C’era un tempo in cui, causa Covid, non si poteva entrare nelle Case di riposo per andare a trovare i propri cari. La salute degli anziani ricoverati nelle strutture veniva prima di tutto, e non era il caso di rischiare contagi che avrebbero potuto essere devastanti. Si vedano alcune Case di riposo della Bassa, letteralmente decimate dal Covid.

C’è stato anche un tempo in cui i nostri cari ospiti delle Case di riposo si potevano anche visitare, ma con una lunga e variegata serie di precauzioni: barriere di vetro o plexiglass, stanze ad hoc con protezioni altrettanto ad hoc dove infilavi le mani in specie di guanti di plastica, e il povero nonno, dall’altra parte della protezione, riceveva carezze di plastica che sembrava un surgelato della Findus. Un traffico, insomma, che non era più finita. Intendiamoci: tutte queste precauzioni erano non solo sacrosante, ma doverose, perché, ribadiamo, la salute degli anziani prima di tutto.

Anche se a volte abbiamo l’impressione che il ministro Speranza ci trovi gusto a tenerci sotto chiave anche adesso che il Covid sembra finalmente stia passando, qualcosa è cambiato. Ad esempio nelle Rsa di Orzinuovi, Orzivecchi e Barbariga, dove da qualche tempo a questa parte i parenti degli anziani ospiti di queste tre Case di riposo possono finalmente avvicinarsi ai loro cari senza plexiglass, guanti di plastica, tute mimetiche ed altro ancora. Possono, insomma, tornare a far sentire «fisicamente» l’affetto che nutrono per i loro cari: possono guardarli negli occhi, accarezzarli, baciarli…. E Dio solo sa quanto ce n’era bisogno (immaginate cosa vuol dire, per un anziano che vive in una Rsa, non poter incontrare per un lunghissimo periodo i figli e i nipoti…). Ora è possibile.

Naturalmente le visite «libere» (peraltro senza prenotazione) sono soggette a qualche minuscola restrizione, perché, lo ribadiamo per la terza volta, la salute degli anziani prima di tutto. Ecco allora le fasce orarie (dalle 9 alle 11 e dalle 14.30 alle 17.45) grazie alle quali si spera di evitare gli assembramenti, oltre a non ostacolare il lavoro degli addetti. Ecco la richiesta della certificazione verde rafforzata o rilasciata in seguito a tampone (antigenico o molecolare) fatta nelle 48 ore precedenti l’incontro.

Ma il dado è tratto e, finalmente, possiamo riabbracciare i nostri nonni. MTM