“Questo concerto è per tutte quelle famiglie che hanno sopportato e soffocato in silenzio e con grande dignità l’urlo di dolore che avevano dentro durante i tragici giorni della pandemia.
Non solo. E’ dedicato anche a tutte quelle associazioni orceane che ci hanno aiutato e hanno dato prova di straordinaria generosità, abnegazione e coraggio nel momento più drammatico della nostra storia degli ultimi anni. A loro va la massima gratitudine per essere stati in prima linea durante l’emer-genza. Se siamo riusciti a fronteggiare il nemico invisibile è anche grazie all’alacrità di persone così altruiste e concrete – ha racontato commosso il sindaco Gianpietro Maffoni.
Lo ha pronunciato sabato 5 settembre nell’anfiteatro retrostante il castello, durante un commovente concerto della fanfara dei bersaglieri in memoria delle vittime del Covid orceane.
Una serata emozionante, in cui a rompere il silenzio è stata la fanfara “con le trombe rivolte verso l’alto – come ha fatto notare il presidente Gianluigi Riccardi – per salutare i compaesani che ora ci stanno ascoltando da lassù”.
Erano centinaia i presenti. Numerose le rappresentanze istituzionali, militari e religiose.
Tra il pubblico anche un emozionato don Domenico Amidani.
A lui il compito di snocciolare ad uno ad uno il nome delle 120 vittime con una voce rotta dalle lacrime.
Don Domenico, che non è stato risparmiato neppure lui dal virus, si era recato nel mese di maggio dal Papa: “Sono andato a chiedere la grazia al Santo Padre per il nostro paese – ha detto. “Il Papa ha ascoltato il mio racconto accorato e poi ha benedetto la corona che tenevo tra le dita e che ho portato qui in segno di protezione per Orzinuovi”.
Tra il pubblico numerosi parenti delle vittime, gente comune che non ha voluto mancare per onorare la memoria di amici o conoscenti scomparsi.
Tra il pubblico anche il generale di corpo d’armata Benito Porchesci e il generale Ennio Betti.
A condurre con professionalità l’evento c’era il presentatore orceano Nicola Fratelli.
“La musica è un mezzo universale che unisce – ha detto Maffoni – che passa attraverso il nostro cuore e non ha bisogno di parole per esprimere il suono del dolore, ma anche quello della forza, della consolazione e della speranza.
Questa fanfara stasera ci aiuta nel tentativo di recuperare l’elaborazione di un lutto che non è stato solo familiare o ristretto, ma è stato collettivo. Orzinuovi nei mesi di marzo ed aprile ha perso 120 persone – ha continuato il sindaco.
“Anziani, soprattutto, ma non solo. Il più giovane era una camice bianco e aveva 55 anni. Con loro se ne è andata anche la saggezza, la memoria.
Abbiamo perso punti di riferimento, parenti, amici, persone che ci hanno aiutato e persone che ci sono state di esempio, anche nel costruire il nostro paese.
Se ne sono andati così, con noi impotenti che li aspettavamo a casa e loro là, in guerra, senza la nostra mano, senza le nostre carezze. Soli, lontani anche dalle nostre lacrime.
Proprio per questo meritano il risarcimento della memoria, perché ora ancora più di prima il vuoto che queste persone hanno lasciato si fa più incolmabile”.
La serata, dicevamo, è stata dedicata anche alla premiazione delle associazioni orceane e degli eroi che hanno lavorato durante l’emer-genza.
Il primo cittadino, il consigliere delegato alle associazioni Tiziana Brizzolari e alcuni parenti delle vittime hanno poi consegnato una targa di ringraziamento a 12 associazioni del paese: la Croce verde; l’associazione Amici dei pompieri, la Fanfara dei bersaglieri; la Protezione civile; gli Alpini di Orzinuovi e quelli di Coniolo; il gruppo Controllo di vicinato; Teleorzi; i Carabinieri; la Caritas parrocchiale, le Parrocchie di Orzinuovi e delle frazioni e l’asso-ciazione Commercio e mestieri.
Il ricordo si è legato alla gratitudine in questa importante serata orceana.
“Due sentimenti che si abbracciano questa sera a tempo di musica – ha detto il sindaco – come a voi va il mio abbraccio personale e la mia vicinanza.
Questo è il filo tra la nostra memoria e la vita che deve continuare.
La ricostruzione riparte proprio da qui e dalla lezione che questo virus e la pandemia ci hanno dato. Qualcosa infatti credo che abbiamo sicuramente imparato ed è il valore dei fatti, il bene inestimabile della solidarietà e il peso specifico degli affetti e delle persone care, che mai come adesso si è dimostrato così prezioso”.
sp