Non più tardi di qualche settimana fa, su queste colonne raccontavamo la situazione, un misto di delusione, impotenza e altro ancora, delle nostre bande (quelle di Orzinuovi, Borgo San Giacomo, Quinzano d’Oglio e Roccafranca), che, oramai da oltre un anno, a causa del Covid sono ferme: niente concerti, niente prove, niente servizi, niente di niente, compresa la possibilità d fare quattro chiacchiere tra i musicanti.
Dopo più di un anno, sembrava che le cose stessero per cambiare.
Il decreto del 22 aprile, infatti, ha tinto in giallo gran parte dell’Italia, consentendo, tra l’altro, una serie di attività che fino ad ora vietate.
Tra queste la possibilità di fare prove e concerti.
Figuratevi la contentezza dei musicanti delle nostre bande, molti dei quali avevano già staccato lo strumento dal chiodo dove riposava da circa 13 mesi.
Non a caso, molte bande della nostra provincia avevano già allertato i rispettivi musicanti, proponendo le date delle prove, dei concerti, dei servizi e quant’altro.
L’euforia è durata poco. Sul sito del Tavolo permanente delle bande italiane, realtà che si propone di sviluppare forme di collaborazione fra le bande, ma anche di coordinare iniziative nel campo della cultura e delle attività musicali, nei giorni scorsi è apparso un lungo articolo, nel quale si invita a frenare l’entusiasmo, perché le concessioni del succitato decreto del 22 aprile riguarderebbero i professionisti, non le associazioni come le bande, che quindi non sarebbero autorizzate a riprendere a suonare.
«Per quanto riguarda le attività delle associazioni culturali quali le nostre – si legge – nulla è cambiato.
Di conseguenza, a partire dalla zona gialla le nostre attività restano sospese, restando in vigore quanto già previsto dai precedenti disposti legislativi (riportiamo la norma: “sono sospese le attività di… centri culturali, centri sociali e centri ricreativi”).
Per essere chiari: con ciò si intendono le prove di sezione, di gruppo, di organico parziale o completo. Diventa difficile, quindi, organizzare dei Concerti se non possiamo provare.
Ci sarà chi obietterà che non è possibile che sia così, dato che il DL prevede la ripresa degli spettacoli.
È vero, nel DL tale possibilità è chiaramente prevista, ma con il combinato delle altre norme è da ritenersi che tale facoltà sia riservata alle attività professionali.
Forse questa è una dimenticanza, e di ciò stiamo già chiedendo spiegazioni alle autorità competenti anche perché ciò genera confusione, però per adesso è così».
Domanda secca: hanno ragione quelle bande che si stanno già scaldando o ha ragione il Tavolo permanente?
MTM