Gent.mo Centro per la Famiglia,
sono un ragazzo giovane poco più che ventenne con alle spalle un trascorso di vita familiare “fallimentare” ma che penso di aver affrontato in passato e gestito abbastanza bene.
Non avendo concluso gli studi delle superiori mi sono fatto in quattro per cercare un lavoro così da potermi realizzare e così sono riuscito a trovare un’occupazione che mi sta dando soddisfazione.
Sono un tipo, o meglio, credo di esserlo, curioso e aperto alle novità e i cambiamenti non mi spaventano, forse perché nella mia vita, finora, di cambiamenti ne ho vissuti e anche subiti, ma mi sono fatto l’idea che bisogna andare avanti e cercare di cogliere il meglio. Da mesi frequento una ragazza con cui ho una relazione che ultimamente mi sta dando non pochi pensieri.
Soffro di ansia e a questo si sono aggiunte anche forme di attacchi di panico mentre sono sul lavoro o sono a casa per conto mio. Inizialmente sembrava che tutto andasse bene poi sono cominciate le discussioni e le accuse per via di un tradimento, da me confessato peraltro, quando eravamo ancora agli inizi del nostro rapporto.
Mi incolpa continuamente per quel fatto ma nonostante le abbia rivolto più volte le mie scuse e spiegato le ragioni di quel gesto e della volontà di guardare avanti, mi ritiene responsabile del suo malessere e mi fa sentire come una persona con problemi e che deve essere aiutata. Non so se riuscirei a rimanere senza di lei perché sento di essere molto legato ma nello stesso tempo mi sento deluso, amareggiato e confuso da tutto questo. Mi potreste dare qualche consiglio? Grazie
Mirko
Buongiorno Mirko intanto riporto la frase della sua lettera dove afferma “…che bisogna andare avanti e cercare di cogliere il meglio”. Già questo mi sembra un buon punto di osservazione da cui guardare la realtà perché è alla base di un sano ottimismo e di un atteggiamento di speranza.
Questo non preclude la realistica possibilità di incontrare e affrontare i problemi della vita che, come sta osservando, bussano alla porta. Il punto non sono tanto i problemi, bensì il modo con cui noi li sappiamo affrontare senza lasciarci influenzare e condizionare. Saper cogliere il meglio o il positivo dalle difficoltà realisticamente parlando può voler dire per esempio fare un bilancio tra “costi” e “benefici”di certe situazioni.
Nel caso specifico della sua relazione può significare valutare quanto per lei è appagante, soddisfacente e quanto invece è fonte di stress. Una relazione è fatta di momenti piacevoli ma anche di momenti di discussione, di difficoltà, di errori a cui si può rimediare se ci sono alcuni ingredienti come la volontà, l’impegno e il coraggio; se nonostante i tentativi da lei fatti, per chiarire e per andare avanti non c’è un punto di svolta per crescere ed evolvere nel rapporto, l’insod-disfazione cresce.
Se le vostre discussioni vi fanno tornare sempre al punto di partenza è un gioco molto frustrante, senza alcun risultato appagante per entrambi. Anzi, per lei può essere un’ulteriore fonte di ansia e l’attacco di panico è un sintomo evidente che qualcosa le sta creando disagio. Forse mi concentrerei proprio su questo malessere e tensione per capire meglio la loro natura e origine magari cercando un confronto con qualche specialista che le possa dare un aiuto nel decodificarli e gestirli, per evitare che possano trasformarsi nel tempo in qualcosa di più serio. Infine sappia cogliere questi momenti anche se faticosi e dolorosi come opportunità per comprendere meglio se stesso, per capire i suoi valori, ciò che desidera e anche rispetto alle aspettative di una vita di coppia futura che di per sè ha bisogno, da parte di entrambi, di tempo, di volontà e di impegno per crescere e maturare senza continue recriminazioni per cose avvenute in passato.
Le domande possono essere inviate a:
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Dott. Ettore Botti
Specialista equipe
psicopedagogica del
Centro per la Famiglia