Non solo un incubatoio ittico per il fiume Oglio. Ma anche uno spazio didattico per le scuole e gli studenti universitari. E’ questa la destinazione riservata allo spazio dell’ex canile di Orzinuovi in via Convento Aguzzano, che nel 2020 è stato scelto per ospitare uno spazio tra i più importanti della Regione Lombardia per implementare la fauna del vicino fiume con avannotti di pesce bianco.     L’obiettivo dell’amministrazione, guidata da Gianpietro Maffoni,  era quello di creare una vivaio  per il fiume Oglio. Ora il nuovo sindaco Laura Magli ritorna sul tema, grazie ad un finanziamento di 100 mila euro ottenuto dalla Regione Lombardia e ad altri 20 mila stanziati dal Comune orceano. L’intento è di ristrutturare un’area del canile per metterla a disposizione degli studenti e avvicinare i ragazzi al mondo del fiume e alla sua vita. 

L’incubatoio ittico, alla cui creazione avevano contribuito anche l’ex assessore regionale Fabio Rolfi e l’ex consigliere regionale Federica Epis, era prima gestito dall’Unione pescatori bresciani. Ora è passato nella mani dell’associazione “Libera pesca Lombardia”, che conta una serie di volontari pescatori,  pronti a collaborare con gli ittiologi professionisti  alla riproduzione artificiale, all’incubazione e alla schiusa delle uova di varie specie che popolano principalmente il fiume Oglio, tra le quali soprattutto cavedani, lucci, tinche, storione e savette.

“La nostra intenzione – ci spiega il sindaco Laura Magli – è quella di continuare i lavori e  procedere ad un recupero di una parte restante dell’immobile dell’ex canile, attualmente inutilizzata e in stato di ammaloramento. Creeremo dei locali al piano terra a supporto dell’attività ittiogenica esistente, come un piccolo alloggio per un operatore e un laboratorio, con la possibilità di svolgere anche attività didattica. L’alterazione degli ecosistemi acquatici è  un’evidenza diffusa e le attività antropiche sul territorio e sui corpi idrici hanno di fatto mutato gli equilibri ambientali, destabilizzando ed alterando gli habitat acquatici. E’ stata proprio la sensibilità nei confronti di questa tematica ad averci portato  alla realizzazione dell’incubatoio ittiogenico attualmente in funzione”.  

“Mettiamo in incubazione le uova – ci spiega Mauro Zucchi, uno dei volontari più impegnati – e facciamo nascere gli avannotti che poi rilasciamo nei fiumi. Queste operazioni avvengono soprattutto in primavera e in estate con ottimi risultati. Basti pensare che grazie all’incubatoio riusciamo generalmente a decuplicare la natalità dei pesci. Da 100 uova fecondate otteniamo una schiusa del 95%, contro il 5 o 10% di quanto avviene spontaneamente in natura. Adesso il nostro obiettivo è valorizzare questa attività e coinvolgere gli universitari e le scolaresche”. 

Un obiettivo lungimirante, che dà ulteriore valore a questo spazio immerso nel verde della campagna orceana e lo inserisce a pieno titolo nell’offerta di formazione del paese.

Silvia Pasolini