“La matematica applicata è il linguaggio con cui parla la natura.”: queste sono le parole (riprese da Galileo) con le quali il professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, Alberto Girelli, ci ha introdotto alla sua materia di studio.

Per l’ingenua sorpresa di noi studenti infatti, la disciplina in questione, che è troppo spesso ritenuta eccessivamente enigmatica e priva di connessione con la realtà, è invece potenzialmente in grado di descrivere la realtà tramite modelli matematici, ovvero rappresentazioni quantitative di un fenomeno naturale. Questi si presentano sotto forma di equazione e per esistere necessitano di alcuni elementi fondamentali: variabili dipendenti e indipendenti e parametri relativi al fenomeno studiato. 

L’utilità di un modello matematico risiede nel fatto che costituisce un metodo pratico, celere ed economico capace di semplificare la realtà e predire eventi futuri. 

Il professor Girelli in tal senso ha illustrato agli interessati e coinvolti alunni alcuni curiosi esempi di come siano impiegabili le nozioni precedentemente citate; dal momento che un modello è in grado di rappresentare fenomeni di qualsiasi tipologia, ne esistono alcuni più strani di altri. 

Il più surreale di tutti è senza alcun dubbio quello formulato da Donn Byrne, uno psicologo sociale appartenente alla State University of New York, che si propone di creare un metodo per studiare l’apparentemente invalicabile tema dell’amore.  

Dopo aver trattato argomenti più “leggeri”, Alberto Girelli ha tenuto a precisare che, nonostante i modelli matematici non possano essere totalmente corretti, giocano un ruolo fondamentale nella nostra società. 

Non a caso, sono ad esempio il principale strumento utilizzato dai medici per rilevare patologie nei pazienti e dai ricercatori per descrivere gli effetti farmacologici delle sostanze in grado di curarle. 

Come abbiamo visto precedentemente, la matematica può essere applicata anche a discipline che non siano strettamente correlate all’ambito scientifico: è il caso di Thomas Malthus (economista, filosofo e demografo vissuto fra il diciottesimo ed il diciannovesimo secolo), il quale inventò un modello col fine di prevedere l’incremento demografico di una popolazione con risorse illimitate; anche in questa situazione il metodo utilizzato non ha affermato una verità assoluta, poiché di fatto si è dimostrato realistico solo sul breve periodo. Tuttavia, la teoria malthusiana è ancora studiata al giorno d’oggi, proprio grazie alla sua dote di semplificare un fenomeno molto complesso. In seguito il professor Girelli ha provveduto ad impartire agli studenti alcune nozioni base della fluidodinamica, soffermandosi in particolare su una proprietà della materia detta “viscosità”, che misura la resistenza di un fluido allo scorrimento e dipende dalla sua consistenza. Il fatto che l’appiccicoso e denso miele abbia una viscosità maggiore rispetto all’acqua non è infatti una coincidenza. La conoscenza dell’argomento in questione è fondamentale per comprendere al meglio il moto del sangue. La sostanza corpuscolare che scorre nel nostro apparato cardio-circolatorio è caratterizzata dalla viscosità incostante, perché un indicatore detto “shear rate”, in seguito all’accumulo di particelle all’interno del suddetto liquido, cambia. Nel momento in cui questi “agglomerati” raggiungono un volume di proporzione eccessiva, si rischia di incorrere in patologie di portata non indifferente. 

Le tematiche affrontate nel corso della conferenza potrebbero aver iniziato silenziosamente la formazione di medici e ricercatori che in futuro studieranno il sangue, cercando di porre rimedio a condizioni al giorno d’oggi incurabili. 

Ritengo che l’incontro tenuto dal Prof. Alberto Girelli non abbia semplicemente avuto un valore formativo, ma anche un fine strettamente legato all’orientamento universitario: chissà se avrà instaurato anche la scintilla della passione per la matematica nell’animo di qualcuno fra i presenti.

Lanfranco Sanzeni – classe 4^A Liceo Scientifico