È terminata la kermesse sanremese e con essa il circo mediatico degli outfit, dei gossip, talvolta più accattivanti delle stesse canzoni! A me, a distanza di giorni, più che qualche ritornello risuonano con soddisfazione nella mente le parole di una delle più giovani cantanti in gara. In conferenza stampa, ad una domanda che alludeva ad eventuali invidie e screzi tra le partecipanti rispondeva sottolineando che “queste sono mere fole dei giornalisti, perché le nuove generazioni sono educate al rispetto e all’accoglienza, grazie ad un’azione quotidiana delle nostre scuole, dove si esalta il talento di ognuno e se ne difende la diversità”. Ascoltarla è stato un balsamo per l’anima di chi come noi spende tutte le energie per promuovere l’inclusione e contrastare l’intolleranza. Il compito educativo non si esaurisce nella semplice funzione didattica: formare alla convivenza civile, responsabile e rispettosa degli altri è uno dei precipui e dichiarati scopi della scuola.
Quest’anno si sono concelebrate in un unico giorno, il 7 febbraio, sia la Giornata contro il bullismo e il cyberbullismo che la Giornata Internazionale dei calzini spaiati. Ad Orzivecchi i docenti hanno colto al balzo la concomitanza di queste due ricorrenze per analizzare la storia del calzino verde, riservato, timido e insicuro, preso di mira dal prepotente calzino rosso, che lo scredita sui social, diffondendo tra uno stuolo di correi proseliti l’infamante voce che lui puzza. Sia gli alunni di classe quinta i quali, grazie ad uno specifico Progetto sull’affettività, stanno imparando a navigare su un veliero che solca a vele spiegate il mare dell’adolescenza, sia gli alunni di tutte le altre annualità, che hanno riempito una pagina segreta con le loro piccole o grandi prepotenze, impegnandosi ad eliminarle dal loro cuore con un soffio magico, ebbene tutti, la mattina del 7 febbraio, si sono raccolti nell’atrio, a mani unite intorno ad una lavatrice, da loro stessi realizzata con cartone riciclato. Hanno riempito l’oblò con tanti calzini, che hanno idealmente lavato col detersivo ad azione “sciogliprepotenza”, a cui hanno aggiunto l’olio della gentilezza, l’additivo antibullo e l’ammorbidente che protegge le relazioni. Hanno immaginato di spazzare via tutta l’arroganza, la violenza, la sopraffazione fisica e verbale, i soprusi, le offese gratuite e scaricarle attraverso il filtro della lavatrice.
È stata un’UdA, quella progettata dai docenti del Plesso della Scuola Primaria di Orzivecchi sul contrasto al bullismo e al cyberbullismo, nonché sulla decodifica della diversità come ricchezza, che merita un lodevole plauso per l’originalità e l’incisività. Perché se è vero che, nella storia, l’ideale dell’UGUAGLIANZA ha costituito il vessillo della lotta per un mondo migliore e più equo tanto da confluire nelle Costituzioni di tutti i moderni Stati liberali quale garanzia di giustizia e democrazia, è pur vero che quello stesso ideale, nonostante il suo elevato valore politico, oggi si è rivelato per certi aspetti insufficiente. È maturata, infatti, una consapevolezza nuova che richiede anche la LEGITTIMITÀ A ESSERE DIVERSI e la scuola, con Orzivecchi in prima linea, merito ac iure, si impegna quotidianamente nella tutela delle differenze, per una civiltà che sia davvero rispettosa di ogni persona, cultura o esigenza.
Maria Rosaria D’Ambrosio