Il mondo del non profit e quello del business si incontrano a Orzinuovi davanti a un piatto caldo. La multinazionale AB con sede a Orzinuovi, leader italiana e riferimento globale per le soluzioni di sostenibilità energetica, e la cooperativa Ente di formazione Inchiostro di Soncino hanno stipulato un lodevole e singolare contratto. Ogni giorno, dal lunedì al venerdì, il pranzo per almeno 50 lavoratori dell’azienda viene cucinato e portato direttamente in sede da 4 giovani disabili, ex studenti all’indirizzo alberghiero dell’ente di Soncino, coordinati dal professor Roberto Bulgaro, chef responsabile della ristorazione nella scuola.
Il cibo arriva su quattro ruote, un food truck dai colori sgargianti, verde come i prodotti a km zero che gli studenti utilizzano nella preparazione dei piatti. Ingredienti sani e genuini, coltivati per la maggior parte nell’orto della scuola.
Il progetto ha preso il via lunedì 8 maggio, raccogliendo entusiasmo tra i dipendenti, che fino ad ora ricevevano in mensa cibo precotto. Tortelli fumanti al sugo, riso saltato con salmone marinato alle erbe dell’orto. E per gli amanti della cucina light una caprese di bufala con pomodori confit e pan brioche tostato. Ce n’è insomma per tutti i gusti. Ogni settimana il truck gira per le 6 sedi orceane di AB e arriva anche in quella di Villachiara. Una volta entrati nel cortile dell’azienda, i giovani ragazzi, tutti poco più che ventenni, iniziano a cuocere e scaldare i cibi che già hanno semilavorato nella cooperativa durante il mattino. E poi li servono caldi e fumanti nel piatto ai dipendenti. Alcuni pranzano direttamente in cortile, su tavolini allestiti per l’occasione. Altri entrano nella sala adibita alla mensa. I dipendenti orceani di AB sono 600 (1200 in totale nel mondo) e ogni giorno 50 di loro possono prenotare il pranzo all’Abreak.
“La sostenibilità è sempre stata per AB non solo una semplice parola, ma un modo di pensare e di agire. ABreak è molto più di un furgoncino – spiega Chiara Baronchelli, membro del Cda di AB.”E’ piuttosto vedere concretizzato un approccio sostenibile, dal punto di vista economico e soprattutto di inclusione sociale; un luogo per mangiare bene, sano e per confrontarsi”. “Questa scelta risponde a due bisogni: la richiesta di un’offerta gastronomica più salutare e l’assunzione obbligatoria di categorie protette – aggiunge l’Hr sustainability manager Chiara Corsini. “Con questo progetto mettiamo in atto la capacità di una comunità di dar vita a processi di trasformazione generativa, costruendo alleanze tra eccellenze aziendali, amministrazioni lungimiranti, buone pratiche di innovazione sociale e comunità di cittadini – dice Alessio Gatta, presidente di Inchiostro. Quel che è certo è che AB, con un lodevole esempio di sensibilità, conferma col il territorio orceano un patto di fiducia e di radicamento molto forte ed offre per l’ennesima volta una grande lezione sociale al mondo del profit. Silvia Pasolini