“10 for our dream. Ricarica il tuo oratorio di: fiducia, progetti e certezze. Io ci tengo a questo sogno”. Così recita lo slogan, ripetuto quasi fosse l’undicesimo comandamento non scolpito su una tavola di pietra, bensì stampato su accattivanti volantini cartacei, a cui si affida l’Oratorio parrocchiale e inerente alla raccolta fondi per saldare le spese sostenute per il recente e monumentale rifacimento della struttura.

Per chi non mastica bene l’inglese significa che sino ad oggi, generosamente parlando, molto è stato fatto ed è visibilmente sotto gli occhi di tutti, ma molto resta ancora da fare.

Al proposito si chiedono in offerta 10,00 Euro mensili a mo’ di ricarica. Dice uno che pare non aver ben compreso il significato: “Ma spieghèm an momènt, ricarica dè che roba?”

Risponde l’altro dal fare più che convincente: “Ricarica non di un costosissimo quanto strabello telefonino, ma per ricaricare le generazioni di oggi e soprattutto quelle che verranno!”.  

Di nuovo: “Ah! Pòta alura see, domeghèi. Iè i vintmila franc dè ‘na ólta!”.

Sia che si parli del turbolento 2020 sia dello speranzoso 2021, in un modo o nell’altro la Croce Verde fa sempre notizia. Infatti a un tale “S.O.S di soccorso” non poteva non rispondere!  “L’idea di fare una simbolica donazione all’Oratorio – dice il Presidente Aldo Maffoni è maturata da una visita nella nostra sede del curato Don Gabriele avvenuta lo scorso 24 ottobre. Lo avevamo invitato, in occasione del trentesimo anniversario della nostra fondazione, al fine di spiegargli la nostra attività e illustrargli le storiche collaborazioni con il suo predecessore Don Luciano al quale eravamo strettamente legati.

Inoltre gli abbiamo assicurato che, appena terminata la pandemia che ha rivoluzionato i nostri impegni, ma non il consueto entusiasmo, ci daremo da fare per “rianimare” un Jolly anche esso provato da un anno al cardiopalmo e proseguiremo e ci focalizzeremo con la formazione dei già bravissimi educatori”.

Dopodiché nell’autorimessa, alla presenza di diversi volontari e all’insegna del-l’evangelico passo “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro”, il sacerdote ha letto alcune toccanti preghiere e impartito la solenne benedizione ai locali e soprattutto a quei mezzi (e ne avevano proprio bisogno!), che la scorsa primavera al culmine dell’epidemia Covid che ha tremendamente impattato sulla vita degli orceani, sono usciti a sirene spiegate addirittura una dozzina di volte al giorno.

“In questi mesi, di ringraziamenti ne abbiamo ricevuti tanti, ma quello più grande – racconta una volontaria sempre in prima linea durante l’emergenza e dai ricordi ancora cristallini ed emozionati – è il sorriso delle persone che ti dicono grazie col cuore, come ha fatto Don Gabriele che con curiosità e riconoscenza ci ha chiesto delle nostre recenti esperienze personali.  

Si dice che il virus e il conseguente oceanico e desertico lockdown abbiano separato le persone. 

E ciò è innegabile, direi. Tuttavia la divisa della Croce verde ci ha affiatati nel soccorrere il nostro prossimo in una situazione tanto inimmaginabile quanto tribolatissima per la comu-nità”.

In conclusione, con una battuta spiritosa, a dire dei presenti: “Quel pomeriggio, l’aspersorio e l’acqua santa sono stati più utili e apprezzati del saturimetro e dell’acqua ossigenata!”.

Cesare Bertulli