Nessun vero monteclarense, o che possa dirsi tale, può dimenticare Davide Rodella, scomparso a soli 22 anni il 7 giugno 1988 e meno ancora chi lo ha conosciuto direttamente può scordare il suo grande legame con la famiglia, la sua profonda sensibilità, l’empatia verso i più piccoli, l’altruismo, il suo sterminato amore per la natura che lo aiutava a meditare sui grandi misteri della vita e la sua fede ferma e che non ha vacillato nemmeno di fronte alla prova più difficile e dolorosa da affrontare. La sua testimonianza è stata, ed è ancora oggi, da sprone per poter sperare in una gioventù seria che sappia affrontare la vita con allegria, saggezza e disponibilità verso gli altri anche nelle più tragiche difficoltà. Se è vero, come diceva Sant’Agostino, che chi ci lascia non è assente ma continua ad incoraggiarci in modo invisibile con la sua presenza e il suo esempio, Davide Rodella vive ancora e intensamente in quell’associazione che la sua famiglia e suo padre Antonio hanno voluto fondare 10 anni dopo la sua morte, trasformando il dolore per la perdita dell’amato figlio in un aiuto concreto verso gli altri. In questi oltre 24 anni l’Associazione Davide Rodella ha messo in atto innumerevoli iniziative in campo sociale, umanitario, formativo, medico-scientifico, sportivo e culturale ed erogato, anno dopo anno, lauti finanziamenti a ricercatori e ospedali promuovendo lo studio scientifico per far si che la battaglia contro le malattie oncologiche possa un giorno essere vinta. Tra gli svariati progetti spiccano anche quelli relativi al sostegno degli alunni con difficoltà di apprendimento a causa di neurodiversità innate, progetto per il quale l’IC1 «Renato Ferrari» ha voluto ringraziare concretamente l’associazione affiggendo all’interno dell’istituto scolastico una targa dedicata che ricorda il grande impegno profuso dalla «Davide Rodella» nel corso degli anni. «L’Associazione Davide Rodella – ha sottolineato la dirigente scolastica Maria Maddalena Conzadori – è sempre stata presente qui a scuola e ha sempre dato il suo contributo in modo spontaneo, senza chiedere nulla in cambio. Questo contributo è sempre stato utilizzato per avvalersi di specialisti esterni e sottoporre a test specifici gli alunni che hanno delle neurodiversità innate, in modo tale da poter dialogare con le famiglie ed invitarle ad un approfondimento ulteriore presso la neuropsichiatria. Per questo abbiamo voluto ringraziare con questa targa chi, seppur esterno alla scuola, si prende cura dei nostri alunni». «Aiutare agli altri è un dovere – ha replicato il dottor Antonio Rodella – e i voi ragazzi non abbiate paura di chiedere. Noi risponderemo sempre per sostenervi ad affrontare le difficili sfide che la società vi pone davanti».
Marzia Borzi