Il 25 novembre abbiamo celebrato la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, un tema che negli ultimi anni è diventato sempre più attuale. Ecco la testimonianza della nostra studentessa Emma Gandini.Nell’ambito del percorso di Educazione civica con la mia classe, la 5^B del liceo linguistico, ho avuto occasione di approfondire, sin dallo scorso anno, questa tematica e abbiamo deciso, insieme ai docenti, di realizzare delle installazioni con poster, frasi e scarpette rosse nei quattro plessi di cui la nostra scuola è composta. La scelta delle scarpette rosse non è casuale, poiché sono il simbolo della lotta alla violenza di genere e, durante il nostro percorso, abbiamo avuto anche l’occasione di intervistare telematicamente proprio l’ideatrice di questo simbolo, Elina Chauvet. Questa donna, architetto e artista messicana, è l’ideatrice del progetto “Zapatos rojos”, conosciuto a livello mondiale. Elina Chauvet ha risposto alle nostre numerose domande e ci ha spiegato il significato di questo simbolo: innanzitutto le scarpe, perché sono simbolo di femminilità ed eleganza che contraddistinguono una donna; mentre il colore rosso simboleggia sia il sangue, conseguenza della violenza, che l’amore, che purtroppo molto spesso è il movente della violenza. Oltre ad acquisire nuove informazioni sul progetto “Zapatos rojos” da lei ideato, abbiamo compreso come un’iniziativa così semplice abbia effettivamente cambiato la società; in particolare l’artista ha fatto riferimento alla realtà messicana che, oltre ad essere quella in cui vive, è anche quella che registra i maggiori episodi di violenza di genere. Grazie agli incontri seguiti, abbiamo potuto comprendere questa problematica e abbiamo appreso anche come aiutare, o farci aiutare, in caso di violenza. La sensibilizzazione è e deve essere forte in tutti gli ambiti, sia a casa che a scuola, solo in questo modo potremo estirpare questo problema, purtroppo molto radicato nella nostra società. Dopo aver partecipato a molte conferenze e aver intervistato un’artista molto attiva nel campo della sensibilizzazione come la Chauvet, crediamo che l’installazione di “Zapatos rojos” nel nostro Istituto possa offrire uno spunto di riflessione per studenti e professori. Credo molto in questo progetto, non solo perché sono donna ma perché penso che al giorno d’oggi molte volte si veda la violenza come una cosa lontana da noi mentre dovremmo pensare che le vittime di violenza potremmo essere noi stesse, le nostre mamme, sorelle o amiche. È molto importante aiutare e farsi aiutare quando si è vittime di violenza, perché l’amore non è violento. La sensibilizzazione deve partire da noi, perché noie la nostra generazione possiamo fare la differenza.
Emma Gandini