Come può la più moderna tecnologia di diagnostica per immagini aiutare nel campo delle cure odontoiatriche? Che strumentazione all’avanguardia, tecniche innovative e approcci “futuristici” possano garantire terapie più efficaci e con sempre minori effetti collaterali non è un segreto, ma come mettere tutto questo al benessere del nostro sorriso? Ne abbiamo parlato con il dott. Giorgio Pesce, medico odontoiatra, titolare, da quasi quarant’anni, di un prestigioso studio dentistico bresciano.
Dottore, quali sono i principali strumenti che possono essere d’aiuto ad un dentista nell’approccio alla cura dei propri pazienti?
Senza dubbio la TAC e quella che viene comunemente “impronta ottica”: si tratta di due soluzioni che da molto tempo fanno parte delle dotazioni che personalmente considero quanto meno essenziali per qualsiasi studio che si possa definire tale. Il fine, tanto della TAC quanto dell’impronta ottica, fatti i dovuti distinguo, è quello di “guidare” l’azione dell’odontoiatra nel percorso di cura del paziente, riuscendo perfino, nel caso si disponga di tecnologie più avanzate, anche a “predire” i risultati estetici e funzionali di ogni genere di intervento.
Partiamo dalla TAC: quali funzioni, quali possibilità e quali tecnologie metterebbe in risalto?
Il nostro Studio, per vocazione, da sempre ha fatto della dotazione di strumentazione all’avanguardia uno dei suoi fiori all’occhiello. La TAC Cone Beam, in dotazione allo studio da circa sette anni, si presenta come uno strumento di ultimissima generazione, in grado di ottenere immagini con un’emissione di raggi ridotta fino ad un centesimo rispetto solamente alle tecnologie sviluppate anche solo pochi anni orsono. Il sistema integrato della TAC, specie in virtù dell’ausilio di programmi informatici complessi, permette di definire una visione completa della struttura ossea della bocca, rendendo possibili interventi con un livello di precisione difficilmente raggiungibile senza simili strumenti anche da parte di professionisti con decenni d’esperienza alle spalle. Conseguenzialmente alla realizzazione di una rivelazione con la TAC è possibile costruire modelli virtuali che possano così dare contezza dei previsti risultati estetici dell’intervento, permettere di valutare con un minimo margine d’errore gli spazi a disposizione ed eventuali possibilità di correzioni estetiche.
Per quanto invece concerne dell’impronta ottica, di cosa si tratta e quali sono i suoi vantaggi rispetto alle tecniche del passato?
Si tratta, in estrema sintesi, di una telecamera che scatta migliaia di fotogrammi, in modo tale che, una volta elaborarti da uno specifico software, uniti e “compensati”, permetta di creare una “mappatura” tridimensionale dell’intera dentatura del paziente. È, dunque, uno strumento di enorme utilità, specie quando risulta particolarmente difficile farsi un’idea complessiva, almeno “a prima vista”, delle condizioni del paziente, dando modo di osservare anche la porzione posteriore dei denti (azione che, altrimenti, risulterebbe praticamente impossibile o, comunque, molto scomoda) e, in più, supera finalmente l’utilizzo dei vecchi materiali per la costruzione di impronte, spesso foriere di errori o imprecisioni anche se eseguite da professionisti.
In sintesi, dunque, perché consiglierebbe di affidarsi a realtà che possano garantire un servizio di questo genere?
I motivi sono molto semplici: meno noia e meno pericoli per il paziente, maggiore sicurezza di pervenire, infine, a risultati migliori e garantiti dall’approvazione preventiva del paziente stesso.
Per maggiori informazioni, per conoscere tutti i servizi offerti, per eventuali visite, anche solo per controllo, lo Studio Dentistico Pesce, recentemente rinnovato e ampliato, si trova a Brescia, in via Corsica, n. 14/b.
Tel. 0302421649
Mail: segreteria@studiogpesce.it
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Leonardo Binda