In posa per dire basta alla violenza sulle donne: dall’idea di Barbara Padovani, assessore alle Pari Opportunità di Montichiari, è nata un’iniziativa originale che ha coinvolto il vicesindaco, le consigliere comunali e le dipendenti del Municipio in scatti che sono stati resi pubblici su manifesti distribuiti in tutto il territorio cittadino.
Dietro l’obiettivo le titolari, anch’esse donne, di tre studi fotografici della città (Fenaroli Atelier Fotografico, Click & Cadeau e Mariani Fotografi), resesi disponibili in via totalmente gratuita per il progetto.
Emozionate le protagoniste, a partire dalla stessa Padovani, che si sono messe in posa tra i corridoi, lo scalone e la terrazza del Comune a ribadire il loro ‘no’ a ogni sopruso.
“La violenza contro le donne – afferma l’ideatrice della campagna – è un atto ignobile, frutto dell’ignoranza e di cattiva educazione. Un uomo che maltratta una donna non è malato: è un essere insicuro che si nasconde dietro scuse assurde per sfogare frustrazione.
Ogni anno sono migliaia le donne che si rivolgono a centri di accoglienza, al pronto soccorso, a forze dell’ordine per denunciare maltrattamenti e violenze. Alcune riescono ad uscire da questo tunnel, di altre purtroppo si leggono i nomi in articoli di cronaca nera”. Sull’iniziativa monteclarense abbiamo registrato anche l’opinione delle altre partecipanti.
Per Angela Franzoni, numero due della Giunta comunale, “la violenza sulle donne è un tema sempre attuale poiché spesso assistiamo ai femminicidi, senza dimenticare quella psicologica, ancora più difficile da far emergere e contrastare. Dobbiamo aiutare le donne a denunciare vincendo la paura o la mancata presa di coscienza di ciò che stanno subendo”.
Beatrice Morandi, capogruppo del Partito Democratico, ammette “di aver dato il mio piccolo contributo perché credo che sia importante non abbassare mai la guardia e tenere alto il livello di attenzione su questa tematica. Il senso sotterraneo che ho colto da questa esperienza è la solidarietà femminile, in questo caso all’interno della nostra piccola istituzione del Consiglio comunale. Lanciata l’iniziativa, tutte le donne hanno risposto e l’ho trovato molto positivo”.
Non manca l’invito per una futura edizione “in cui sarebbe interessante mettere in luce anche il nervo più scoperto di queste situazioni drammatiche: il ruolo maschile. Bisogna cercare di agire anche su quello per prevenire. Battere il chiodo sulle donne, invece, serve per evitare che restino in silenzio”.
Anche la sua collega Marianna Leopardi, capogruppo di Fratelli d’Italia, sostiene che “l’idea ha avuto un significato molto profondo, è un segnale verso tutte le vittime di violenza a indicare che fra noi donne ci si può aiutare ed essere solidali.
La partecipazione di tutte le rappresentanti femminili, al di là dell’appartenenza politica, significa che siamo unite contro la violenza”.
Le fa eco la consigliera della Lega Roberta Bicelli: “Per lo spirito che possiedo qualsiasi cosa possa essere di aiuto per gli altri trova la mia massima disponibilità. Ho nel dna l’aiuto al prossimo in qualsiasi situazione, come dimostra la mia adesione alla Protezione Civile. Partecipare a questa iniziativa è stato motivo per esprimere la mia vocazione di volontariato.
Credo che debba passare però anche il messaggio – conclude – che le donne devono reagire, combattere e anche sorridere, non bisogna farsi annientare dalla violenza”.
Per la leghista Elena Gamberoni partecipazione immediata: “Ho sentito subito il “dovere” di accettare per dare anch’io il mio piccolo contributo. Le donne devono trovare il coraggio di volersi bene e soprattutto devono avere la consapevolezza che non sono sole, non si devono vergognare, le possiamo aiutare”.
Di esperienza di condivisione parla la forzista Claudia Carzeri: “È stata una bellissima esperienza, un obiettivo comune che ci ha viste unite e solidali per ricordare ai cittadini che esiste questa gravissima piaga. Ci uniamo in questa battaglia che vede purtroppo numerose morti tra le famiglie e sul lavoro, cerchiamo di sensibilizzare sul tema”.
Per Roberta Chiari, Comitato Civico Montichiari, “partecipare è una modalità per esprimere la mia solidarietà e vicinanza a tutte le donne vittime di violenza. Tale atrocità, purtroppo, avviene ogni giorno, dentro e fuori le mura domestiche, in ogni classe sociale, età o cultura. Si coglie nelle vittime un comune sentimento di vergogna che impedisce di chiedere aiuto per fermare la situazione. Noi ci siamo, è il messaggio che le istituzioni vogliono trasmettere a tutte le donne”. Pieranna Civera, Moderati di Centro Destra, ricorre all’espressione latina “Ubi amor ibi oculos” per invitare a “guardare bene in faccia nostra sorella, la nostra amica, la nostra vicina di casa.
La violenza è anche solo sottomissione psicologica e ciascuna di noi può essere l’aiuto più vicino”. Voci sensibili anche quelle delle dipendenti comunali: ne abbiamo recuperato alcune per una sintesi della campagna contro la violenza.
Se per Chiara Tagliani, dell’ufficio Segreteria, “è stato un momento forte e, personalmente, credo di aver contribuito concretamente a una grande causa”, per Daniela Tomasoni, dell’ufficio Cultura e Sport, si è trattato di “una testimonianza che ho dato volentieri. Mi sono sentita in dovere di partecipare. Di queste tematiche si parla pubblicamente solo quando avviene il fatto: serve maggiore sensibilizzazione soprattutto per gli uomini, che invece sono spesso latitanti”. Dall’ufficio Servizi Sociali arriva la voce di Alessandra Marchese: “È stato piacevole contribuire ad aiutare le donne in difficoltà e farle sentire meno sole”. Infine Stefania Gala, dell’ufficio Edilizia Privata: “Presterei sempre il mio volto per questa iniziativa. Il rispetto è fondamentale verso sé stesse e verso gli altri: è necessario sensibilizzare le nuove generazioni”.
Federico Migliorati