Spostata un’altra volta.
E con lei molte altre fiere: causa Covid, tutto rimandato al secondo semestre.
Stiamo parlando di Fazi, la Fiera agricola zootecnica nazionale, che, dopo un primo spostamento (da febbraio, suo mese «naturale», ad aprile), sempre a causa dei problemi legati alla pandemia è stata definitivamente spostata al prossimo autunno tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre.
E con Fazi sono state spostate al secondo semestre (o confermate in quel periodo) tutte le altre manifestazioni in programma al Centro Fiera di Montichiari: Reas, in grande salone internazionale dell’Emergenza, e poi la seguitissima Radiantistica, Bie (Brescia Industrial Exhibition, dedicata alle macchine utensili), Gardacon (la fiera del fumetto), la Biennale dei dentisti, la Rassegna Antiquaria, Turismo e Natura…
Il tutto, naturalmente, nella speranza che, anche e soprattutto grazie ai vaccini, nella seconda parte dell’anno (da settembre a dicembre) le condizioni sanitarie siano tali da far cadere tutte le attuali restrizioni.
Soprattutto su Fazi, al Centro Fiera contano molto, perché, dal punto di vista economico e di immagine, questa rassegna da sola vale quanto tutte le altre messe insieme.
Gianantonio Rosa, presidente della struttura, non ha problemi ad ammetterlo: «Se nel 2020 abbiamo chiuso il bilancio in pareggio è perché siamo riusciti ad organizzare Fazi, sennò sarebbe stato un disastro».
Se così stanno le cose, si capisce bene l’impegno che il direttore Ezio Zorzi e gli altri del Centro Fiera ci stanno mettendo per portare a casa la Fiera agricola zootecnica italiana.
Spostarla, infatti, e per due volte, non è facile, perché l’allestimento di questa rassegna non può prescindere dagli impegni degli agricoltori.
Non a caso, il primo spostamento (da febbraio ad aprile) coincideva con un momento di relativa pausa di contadini ed allevatori, che, seminato il mais, attendevano di raccogliere il maggese. Ora, sempre a causa del Covid, lo spostamento a cavallo tra l’autunno e l’inverno.
Come direbbe Mario Draghi, Fazi va fatta «whatever it takes»: costi quel che costi.
MT Marchioni