Scritte antiisraeliane, Stelle di David minacciosamente cancellate, motti a supporto della Palestina, non è stato solo il Duomo di Santa Maria Assunta ad essere preso di mira nella notte tra il 9 e il 10 novembre in una replica di quella famigerata “dei Cristalli” tedesca ma un po’ tutta la cittadina di Montichiari. Ad essere imbrattati con scritte contro Israele, infatti, anche la fontana di Viale Costituzione, il murales di Vera Bagutti sulla facciata dell’Istituto Don Milani e alcune vie del Centro Storico. Davanti ad episodi che hanno lasciato tutti sconcertati, si sono mosse le repliche di parecchie voci monteclarensi prima fra tutte quella del Sindaco Marco Togni che ha preso una posizione ferma contro i vandali che hanno imbrattato la città invitandoli ad andarsene da Montichiari in caso non si trovassero bene sia se italiani che stranieri. Le ipotesi sugli autori degli atti vandalici sono state molte ma nulla di concreto è ancora emerso dalle indagini delle Forze dell’Ordine che indagano sull’accaduto: la fitta nebbia che nella notte fra il 9 e il 10 novembre ha colpito anche Montichiari non ha reso possibile individuare con certezza chi si sia macchiato del suddetto reato anche se qualcuno parla di alcuni giovanissimi che nel pomeriggio si aggiravano nei paraggi di piazza Santa Maria con delle bombolette rosse in mano e un abbigliamento in stile rapper. La Presidente dell’Anpi, Ida Tonti, ha sottolineato come certi atti siano spesso una reazione alla presenza sul territorio di forze politiche neo fasciste come quella di Forza Nuova che si trovava con un gazebo in piazza proprio nel pomeriggio di sabato 9 novembre. L’affermazione ha smosso un acceso confronto politico che si è risolto con la presa di distanza di Togni dalle affermazioni di Tonti e, come al solito, con uno scontro tra Centro Destra e Centro Sinistra che ha deviato dal vero senso del disquisire: cercare e punire secondo la legge coloro che hanno danneggiato beni pubblici della cui ripulitura sarà la Cittadinanza a pagare le spese. Le parole più equilibrate e sagge sono state quelle di Monsignor Abate Cesare Cancarini che così si è espresso sulla vicenda: «Si capisce subito che dietro il gesto compiuto sulla facciata del Duomo ci deve essere una grande sofferenza» – ha dichiarato l’Abate – «Rovinando i monumenti però non si risolve nulla. Ho inviato alla Soprintendenza la richiesta di pulitura della facciata che, essendo un bene storico, deve essere approvata e realizzata con metodi idonei» Per ripristinare o pulire gli edifici storici ed ecclesiastici è doveroso infatti ottenere il via dalle Belle Arti e utilizzare metodi che tutelino le superfici e ne preservino il valore.
Marzia Borzi