Uno degli aspetti più affascinanti della Musica risiede di sicuro nell’elevato numero di possibilità in cui quest’arte può trovare la propria espressione.
Questa riflessione si addice in particolare modo al Maestro Sandro Laffranchini, Primo Violoncello alla Orchestra della “Scala” di Milano, insignito dalla Scuola d’Archi Pellegrino da Montechiaro – nello scorso 18 gennaio a Teatro Bonoris – della quarta edizione del Premio intitolato al noto liutaio montenclarense nell’anno del cinquecentesimo anniversario della sua nascita.
Sandro Laffranchini inizia lo studio del Violoncello all’età di cinque anni, intraprendendo un percorso d’eccellenza che oggi tocca i quarant’anni di esperienza.
La sua crescita lo porta a venire a contatto con interpreti d’eccezione e con orchestre internazionali, tra cui l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, la London Symphony Orchestra e la World Orchestra for Peace sotto la guida del Maestro Gergiev. In aggiunta a tutto ciò è d’obbligo ricordare appunto l’attuale rapporto con l’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, ricoprendo – caso unico e difficilmente replicabile – quel ruolo di Primo Violoncello precedentemente sostenuto dal padre Giuseppe, originario della vicina Lonato del Garda.
Un impegno che nella settimana successiva al Concerto del Bonoris lo ha portato, sotto la direzione del Maestro Chailly, ad una tournée internazionale ricca di date tra Germania, Belgio, Lussemburgo e Francia nell’arco di soli sette giorni! È quindi stato un piacere vedere il nome della città di Montichiari in un’agenda scandita da tante esibizioni e registrazioni di elevato livello.
Verrebbe da dire che l’attività di Sandro Laffranchini sia interamente dedicata alla musica di repertorio classico ma sarebbe un errore: si trascurerebbe infatti un lato della sua attività decisamente interessante. “La musica è un’arte con un respiro troppo ampio per essere circoscritta ad un solo periodo storico”, ci spiega il Maestro, riflettendo sul fatto che è giusto per un musicista che voglia definirsi contemporaneo conoscere e confrontarsi anche con artisti moderni. È appunto il Mondo la casa del Maestro Sandro Laffranchini, il quale, dall’Italia e con il suo violoncello, ha fatto della Musica il proprio biglietto da visita per ricordare quanto quest’arte sia preziosa e vitale al tempo stesso.
Ce lo testimonia anche così: “Dopo anni di studi e riflessioni, ai miei allievi ed a musicisti con più esperienza che devono affrontare passaggi tecnicamente difficili, consiglio di evocare mentre suonano un proprio ricordo di una bella giornata all’aperto. Devo ammettere che è una piacevole soddisfazione sentirmi riconoscere anche da colleghi di livello internazionale che questo è un metodo che funziona”.
Perché la Musica ha tante anime, e riuscire a darne voce è probabilmente il suo vero valore.
Estratto dell’articolo inviato da Michele Piacenza