C’era un tempo (praticamente fino all’anno scorso), in cui nel mese di maggio Montichiari sembrava diventare l’ombelico del mondo: in occasione delle feste organizzate in onore di San Pancrazio, la Città dei Sei Colli brulicava di iniziative.

Ricordate, ai tempi dei sindaci leghisti Gianantonio Rosa ed Elena Zanola, il Maggio Medievale?

C’erano i costumanti che, in abiti medievali, si esibivano in piazza, ma anche in Castello. C’erano mercatini vari, gli Arcieri Colli Morenici – Elfi della Rocca, il Café di Piöcc, i Sagitta Imperialis, la Confraternita dell’Orso…

E poi, la sera del 12 maggio, i fuochi d’artificio che, sparati dalle mura, dai cortili e dal parco di Castello Bonoris, illuminavano il paese (ad assistere a questo spettacolo c’erano migliaia di persone, che venivano apposta anche da fuori).

Sempre ai tempi di Elena Zanola ci sono state pure altre proposte.

Ricordiamo le mostre allestite a Palazzo Tabarino, al Museo Bergomi e nella Galleria Civica.

Ricordiamo il Mercato regionale italiano e la rievocazione di «Un ballo in maschera» (un salto nel 1862, con i personaggi, gli abiti, le musiche e le danze dell’epoca), la Rievocazione storica, in costumi d’epoca, del 150° anniversario del conferimento del nuovo nome alla città: Montechiaro sul Chiese.

Passati gli anni della Lega, nella stanza dei bottoni sono arrivati Mario Fraccaro e i suoi. Che ovviamente hanno voluto lasciare il segno: «Nessuna contrapposizione con quanto accadeva negli anni precedenti – avevano detto i nuovi amministratori -. Tanto per essere chiari: non abbiamo introdotto numerose novità per fare polemica con chi ci ha preceduto, ma semplicemente perché riteniamo sia meglio così. Abbiamo predisposto un cartellone di qualità, ricco e variegato, peraltro spendendo la metà di quanto si spendeva prima».

Ecco allora le Ville Aperte, «I volti e i luoghi della memoria», «La musica della luce», le mostre e molto altro ancora., compreso la bella mostra «Giacomo Ceruti – Il Pitocchetto. Storie di ritratti», un evento di livello nazionale.

Causa coronavirus, questoanno non c’è niente di tutto questo.

Se andrà bene, arriverà la messa (ma sarà aperta o a porte ancora chiuse) in onore del patrono.

Niente fuochi d’artificio, niente banda, niente mercatini, niente sfilate, niente pomeriggi sotto il sole in piazza e su nel castello…

Niente di niente.

Il mese di maggio, patrono compreso, se ne va via così, senza neanche una mezza polemica sui fuochi d’artificio, sulla qualità e sui costi delle manifestazioni messe in campo.

Certo non era meglio quando di «litigava». Però, di questi tempi in cui siamo confinati in casa, potessimo assistere ad un sano scambio di accuse ci farebbe forse sentire un po’ meglio.

Sarebbe una botta di vita, insomma.

Ma guardate un po’ come ci siamo ridotti…

MTM