Montichiari e la sua storia, vicende complesse, talvolta oscure che si perdono nella notte dei tempi e di cui spesso non resta quasi memoria. Sono proprio questi episodi, conosciuti solo dagli addetti ai lavori ad affascinare maggiormente Pierluigi Garzetti, pittore e affrescatore monteclarense di rara maestria che, oltre a mettere in luce indiscutibili doti artistiche, è anche un abile ricercatore e un appassionato di storia, soprattutto di quegli eventi meno noti al grande pubblico che ama approfondire e riprodurre nelle sue opere. Opere che, per la maggior parte, fanno bella mostra di sé nella Fondazione Casa della Conoscenza e del Ricordo di Vittorio Zanetto, editore che ha voluto più volte avvalersi della mano di Garzetti per abbellire la sede della sua casa museo. Dopo i già noti affreschi dedicati all’Eccidio dei Mezzani e ai Tre Innocenti, nonché ai grandi personaggi monteclarensi come Bonoris, Guerzoni e Pellegrino da Montechiaro, l’ultima opera realizzata dall’artista proprio per Zanetto è la mastodontica “Battaglia di San Giorgio”, un maestoso dipinto olio su tela che misura due metri per uno e ha trovato spazio nella sala inferiore della Fondazione. Il grande dipinto immortala una battaglia che, pur essendo stata combattuta fra importanti schieramenti, non è nominata propriamente dagli storici e viene citata solo vagamente dai libri canonici in particolare in un testo datato 1978 e dal titolo “Pandolfo III Malatesta Signore di Brescia e di Bergamo”. Tutti affermano che lo scontro si sia svolto l’8 novembre 1420 in Montechiaro ai piedi di San Giorgio e danno il fatto cronologico avvenuto nel momento in cui l’esercito malatestiano si approcciava ad attraversare la Fossa Magna. I due schieramenti che si confrontarono sul territorio monteclarense erano capitanati da una parte da Ludovico Migliorati e dall’altra da Francesco Bussone detto il Carmagnola, al soldo in quel momento di Filippo Maria Visconti, signore di Milano. Questo lo aveva incaricato di riprendersi i territori della Pianura Padana che il Malatesta gli aveva sottratto, mentre quest’ultimo aveva inviato il Migliorati in qualità di comandante generale di un ingente esercito che avrebbe dovuto congiungersi nel Bresciano agli altri contingenti malatestiani. Il Carmagnola, però, venutone a conoscenza, si diresse verso Montichiari e gli inflisse, dopo ben sei ore di sanguinosa battaglia, un’ultima rovinosa sconfitta, tanto da portarlo poi come prigioniero a Milano. Colpiscono nella splendida opera i colori brillanti delle armature, degli stendardi, le riproduzioni attente delle tecniche di combattimento, persino lo strazio drammatico dei colpi mortali inferti a uomini e destrieri mentre sullo sfondo il paesaggio bucolico del colle di San Giorgio pare immergere lo spettatore in un viaggio magico e trasportarlo oltre gli oceani del tempo, laddove Montichiari era ancora un’oasi naturale interrotta solo saltuariamente dagli scontri della storia. Per realizzare lo splendido quadro ci sono voluti oltre due mesi, supportati da altri quattro di full immersion nell’ambientazione dell’epoca, riprodotta con grande attenzione nelle armature, nei vessilli, negli armamenti che si possono osservare nel dipinto. La passione di Garzetti per la pittura è innata: fin da bambino ricorda di aver ritagliato e conservato le figure dei giornali per poi riprodurli su carta e, seppur abbia intrapreso poi tutt’altra attività, non ha mai mancato nel corso degli anni di studiare da privatista e di consolidare una passione che sa trasmettere con grande forza nelle sue tele e nei suoi affreschi.
Marzia Borzi