L’educazione tra pari è una sfida talvolta ardita nel mondo della scuola, ma costituisce sicuramente un’occasione unica di crescita per chi ci prova, oltre che un’opportunità per creare relazioni significative fondate su ascolto, confronto, rispetto degli altri e delle loro idee. La peer education è infatti una strategia educativa volta ad attivare un processo naturale di passaggio di conoscenze, emozioni ed esperienze da parte di alcuni ragazzi – precedentemente formati – a gruppi di coetanei, in questo caso studenti del medesimo istituto scolastico. Con il ritorno in presenza, il Don Milani ha potuto riprendere anche questo progetto, che si avvale della collaborazione di esperti dell’Asst del Garda come le dottoresse Mariangela Torri ed Elena Gelmi e procede ormai rodato da alcuni anni, partecipando alla “Rete delle Scuole che promuovono Salute” presso il Dipartimento Dipendenze dell’Ats di Brescia.
Il percorso di formazione è rivolto agli studenti del triennio, che si incontrano con la guida degli esperti per approfondire tematiche di attualità come le dipendenze, la sfera dell’affettività, le discriminazioni, il bullismo e il cyberbullismo. L’apprendimento di tipo cooperativo facilita gli scambi di idee ed esperienze, mentre la presenza dei formatori garantisce la qualità del percorso che porterà i protagonisti ad assumere il ruolo di “peer senior”. La preparazione acquisita verrà poi messa in campo attraverso interventi nelle classi del biennio, condividendo concetti e contenuti con il linguaggio efficace e immediato dello scambio tra pari, in un confronto proficuo e positivo. Ogni “peer tutor” si sente così responsabilizzato e pronto ad assumere un ruolo guida all’interno della scuola.
«Ritengo essenziale – afferma la referente prof.ssa Fausta Brontesi – che in questo periodo, in cui assistiamo a manifestazioni di disagio anche fisico riconducibile alle problematiche legate alla pandemia in corso, la scuola metta in atto, ora più che mai, tutte le proprie forze e strategie per il superamento di tali difficoltà. La partecipazione al progetto peer in questo senso è vitale per fornire stimoli e strumenti di auto-aiuto».Prof.ssa Giovanna Gamba