La conclusione della regular season della serie A2 di pallacanestro impone una breve riflessione sul “PalaGeorge”. In effetti il palazzetto dello sport di Montichiari è stato la “casa” dell’Agribertocchi e nel corso dei mesi che hanno accompagnato il combattuto percorso della squadra biancazzurra ha avuto modo di segnalarsi (e non solo agli occhi degli appassionati della palla a spicchi). In questo senso, pur senza volerci addentrare in considerazioni agonistiche legate al percorso della formazione del presidente Zanotti, l’impianto monteclarense ha confermato di possedere in gran quantità tutte le doti che lo rendono la cornice idonea per ospitare un avvenimento sportivo di alto livello. Dal parquet di gioco alle tribune, passando attraverso i parcheggi esterni sino a tutte le strutture interne (sala stampa, area hospitality in primis), il “PalaGeorge” ha fatto valere il “peso” del suo blasone, inserendosi di diritto tra i campi maggiormente accreditati della categoria. Una considerazione, basata sui fatti più che sull’affetto verso questo autentico “tempio sacro” dello sport per Montichiari, porta con sé in modo quasi inevitabile un’altra osservazione. In effetti, mentre nella pallavolo femminile il “Palageorge” è ormai diventato la “casa” in modo stabile della Banca Valsabbina Millenium che milita in A1, per quel che riguarda la pallacanestro non c’è una squadra che in questo momento sia in grado di ripercorrere i fasti di un passato anche recente che vedeva il basket monteclarense impegnato a conquistare un posto ai vertici di questa disciplina. C’è stata l’interessante parentesi del Basket Brescia e la stagione in corso ha “regalato” l’avventura targata Agribertocchi, ma, complici difficoltà societarie (si legga innanzitutto il nodo sempre attuale delle risorse economiche) ed organizzative facilmente comprensibili, in questo momento il basket a Montichiari è costretto a risalire la scala partendo dai gradini più bassi. Un’esperienza che sta già riuscendo al calcio, che dopo avere raggiunto i fasti del professionismo sta cercando di ritrovare soddisfazioni ed entusiasmo dopo aver ripreso il suo cammino dalla base della Terza Categoria. Proprio questo esempio, unito alla tradizionale passione che lega gli sportivi monteclarensi alla pallacanestro, consentono di guardare avanti lanciando un augurio che è al tempo stesso un sogno. La speranza di poter tornare a parlare del basket a Montichiari ai livelli e con i successi che la storia scritta da questa sport nel corso degli anni ampiamente meritano. Passione, competenza e voglia di fare non mancano. L’attività giovanile viene sempre guardata con grande attenzione. Sarebbe davvero molto bello poter chiudere questo cerchio con una squadra in grado di riportare in terra monteclarense anche quei successi che possono trascinare l’intero movimento.
Luca Marinoni