Questo anno scolastico, grazie anche all’inserimento dell’insegnamento di educazione civica, si è dato inizio a percorsi interdisciplinari su temi molto importanti che venivano affrontati anche prima, ma che, da quest’anno, sono trattati in maniera più organica. Nella nostra classe, ad esempio, abbiamo iniziato a parlare di mafia e antimafia, incluse nella tematica della legalità. Questo è un percorso che si articola lungo tutto l’anno scolastico e che quindi ci permetterà di affrontare in maniera abbastanza completa questo argomento.
In questo primo periodo abbiamo cominciato a parlare di legalità in italiano, diritto e inglese: in ogni materia abbiamo introdotto l’argomento secondo una prospettiva differente e coerente rispetto alla disciplina. Per quanto riguarda italiano ci siamo concentrati sull’aspetto della narrazione e della memoria, non solo dei personaggi più noti, ma anche di quelli che vengono solitamente poco citati: dobbiamo infatti capire che il fenomeno mafioso non si limita ad alcune “tipologie” di persone, ma può coinvolgere tutti. Molti sono morti svolgendo solamente con dedizione ed impegno il loro lavoro, ed è per questo che è ancora più importante ricordarli. Difatti sono quasi mille le vittime della mafia, tra cui donne ma anche bambini. Renata Fonte, ad esempio, è una di loro. Politica, di origini pugliesi, venne uccisa il 31 marzo 1984. Renata, che ha combattuto per il mantenimento del paesaggio pugliese intatto, è il primo assassinio di carattere mafioso avvenuto in Puglia.
In suo onore, nel 1998, venne creata l’associazione “Donne Insieme”, che si occupa di promuovere la legalità e la non violenza, mentre nel 2009 è stata inaugurata a suo nome una stele al Parco di Porto Selvaggio .
Abbiamo avuto l’occasione di partecipare all’incontro, promosso ed organizzato dal Centro di Promozione della Legalità, sulla tematica dei beni confiscati. L’intervento del dott. Valerio Iervasi, volontario dell’Associazione “Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie” è stato molto funzionale al nostro percorso. Abbiamo compreso che uno dei canali su cui è importante riflettere è quello dei beni confiscati; rilevante non è solo confiscare i beni, ma anche il loro riutilizzo sociale.
Lo stato ha capito che la lotta contro la criminalità non può comprendere solo la confisca dei beni dei mafiosi, ma anche il loro riutilizzo, offrendo la possibilità alla società di riaver beni che le erano stati tolti dalla mafia.
Questo è un forte messaggio che lo stato vuole trasmettere, che si concretizza anche con l’obbligo di ricordare le vittime intitolando il bene confiscato ad una di esse.
Al tema del riutilizzo sociale si collega la riflessione sul mondo del volontariato, in quanto i beni vengono spesso attribuiti, dopo naturalmente aver seguito tutta la procedura, alle associazioni di volontariato.
In diritto abbiamo trattato l’argomento dal punto di vista legislativo e abbiamo dunque parlato degli strumenti legislativi che lo Stato ha posto specificatamente in campo contro le associazioni mafiose. Abbiamo visto che solo nel 1982, con la legge Rognoni-La Torre, viene riconosciuto il reato di associazione mafiosa: dunque solo da quel momento esso può essere contestato e punito in quanto tale. In lingua inglese la professoressa ha presentato la figura di Daphne Caruana Galizia, nota giornalista maltese, uccisa il 16 ottobre 2017. Daphne si era prefissata l’obiettivo di portare a galla verità per troppo tempo tenute nascoste, circa la corruzione del governo maltese.
Daphne, come moltissime altre figure che hanno partecipato alla lotta per la legalità, devono ispirarci a “combat-tere” per quello in cui crediamo. Il lavoro è stato strutturato con modalità diverse: spiegazione dei professori anche attraverso supporti multimediali, discussione in classe, ma anche la possibilità di essere protagonisti del nostro percorso, tramite la progettazione per la creazione di progetti multimediali che andranno a confluire in un unico originale prodotto multimediale. Ritengo sia molto importante accogliere con entusiasmo l’introduzione della educazione civica nel nostro sistema scolastico.
Ci viene offerta la possibilità di trattare argomenti che contribuiscono alla creazione della nostra identità, a preparaci a essere cittadini della società. Le nozioni che possiamo apprendere attraverso questi percorsi hanno come scopo quello di renderci cittadini attivi e di aiutarci a comprendere meglio la complessità del contesto sociale a cui apparteniamo, e a cui dobbiamo partecipare.
Concludo con le parole di Paolo Borsellino “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”.
Safae Ajjani, classe 4 ALES