Storico ormai di comprovata esperienza, creatore negli anni scorsi dei nuovi percorsi didattici del Museo Storico del Risorgimento e consulente per  iniziative in ambito territoriale anche su incarico dell’assessorato alla Cultura e di Montichiari Multiservizi, il monteclarense Emanuele Cerutti, classe 1983, è autore di uno dei saggi contenuti in “Montagna viva”, il volume collettaneo curato da Rolando Anni e Maria Paola Pasini dell’Università Cattolica di Brescia apparso per Il Mulino di Bologna e incentrato sull’economia, la società e la cultura in Valle Sabbia lungo il Novecento. Il suo saggio è sviluppato in 24 pagine e si inserisce nel “raggio d’azione”, quello cioè incentrato sulla guerra nazionale del ‘15-‘18 che è da lui sempre più approfondito e compulsato. Il testo di Cerutti funge proprio da apripista agli altri contributi presenti: “La mia sfida- spiega – è stata quella di tratteggiare un profilo che evocasse e affrontasse gli aspetti salienti che toccarono la Valle Sabbia in quel drammatico periodo della nostra storia: i livelli di lettura sono stati due, uno cronologico e uno tematico con riferimento ai fatti occorsi prima e dopo il decisivo autunno 1917 e analizzando sia i luoghi sia la società civile coinvolta nel conflitto e quella soggetta alla coscrizione obbligatoria partendo dalle fonti a disposizione”. Contributi inediti, quelli che si trovano nelle minuziose pagine, in cui emerge il sostegno dei 36 comuni della valle alla causa nazionale, in un territorio, peraltro, situato ai confini del Regno d’Italia: al termine del conflitto si sarebbero contati almeno 560 morti e oltre 730 feriti con più di 150 tra mutilati e invalidi.  “Qual è il senso di questo sacrificio? – si chiede Cerutti nel saggio – ebbene i reduci si organizzarono da subito e tutte le contrade, persino le più sperdute, vollero il ricordo ai propri morti al fine di riflettere sulle storie di coloro che hanno pagato con la vita la loro ubbidienza e la loro fedeltà. Oltre all’eredità di sofferenze la Grande Guerra ebbe ricadute soprattutto sull’aspetto economico e su quello psicologico derivante dallo scampato pericolo dell’invasione e dal dovere condurre uno sforzo titanico nel quale la Valle Sabbia fu un saldo avamposto”. Ma l’opera in oggetto è solo la più recente di quelle realizzate dallo storico monteclarense: già dottore di ricerca in Storia contemporanea presso l’Università di Parma, per lo stesso ateneo grazie a una borsa di studio finanziata dalle sezioni Anmig (associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra) di Brescia, Cremona e Montichiari sta conducendo una ponderosa ricerca di oltre 350 pagine e ormai al termine sugli invalidi di guerra in Lombardia nel periodo compreso tra il 1915 e il 1940: “È un tema pionieristico quello legato al combattentismo per cui porterò a conoscenza aspetti e ambiti totalmente sconosciuti sino ad ora”. Al Museo del Nastro Azzurro di Salò, dove è direttore, è attualmente impegnato nell’inventariazione di circa 3 mila pubblicazioni e altrettanti cimeli presenti, “un lavoro importante per cui lo stesso sindaco Giampiero Cipani e il presidente della Fondazione Museo Storico del Nastro Azzurro Massimo De Tommaso mi hanno espresso sostegno e ringraziamento”. Nel 2017 per la FrancoAngeli era stato inoltre pubblicato “Bresciani alla Grande Guerra. Una storia nazionale”, una ponderosa monografia che è valsa a Cerutti notorietà e apprezzamento in quell’ambito storico dove ormai ha acquisito solidità e competenza.  

Federico Migliorati