Matteo Este, classe 2000, monteclarense della frazione Novagli, è tra i più giovani e promettenti talenti emergenti del territorio. In questa intervista rilasciata a Paese Mio ci parla un po’ di sé con qualche novità pronta in rampa di lancio.
Molti ti conoscono per il tuo impegno all’interno del gruppo musical dell’oratorio esibitosi tra l’altro con grande successo in ‘Jesus Christ’ al Cinema Gloria, ma anche per le tue doti di pianista. In realtà qual è il tuo percorso di studi?
“Ho frequentato il liceo musicale “Isabella d’Este” a Mantova dove ho conseguito la maturità nel 2019, in seguito mi sono iscritto al Conservatorio “Luca Marenzio” di Brescia nella classe di “Strumenti a percussione” del Maestro Paolo Tini. Per chi non lo sapesse quando parliamo di percussioni non ci limitiamo a considerare solo il pianoforte, ma anche timpani, tamburo, batteria, vibrafono, piatti, xilofono, solo per citarne alcuni. È quindi un ambito piuttosto vasto che bisogna conoscere molto bene. A luglio concluderò il triennio di studi con un esame che riassume il programma fin qui studiato. L’intenzione è poi quella di proseguire con gli ultimi due anni di Conservatorio per ottenere il diploma accademico di II livello, anche se non ho ancora deciso in quale città”.
Nel tuo futuro come ti vedi? In che ruolo?
“Da docente, magari alle secondarie di primo grado, anche se il mio sogno è andare a insegnare nelle scuole dove ho studiato, come il liceo musicale o lo stesso conservatorio. Ma è ancora presto per parlarne: di certo il mondo della didattica mi affascina. Ovviamente non rifiuterò eventuali proposte come concertista”.
Veniamo agli obiettivi a breve termine: il cartellone della stagione teatrale di Montichiari 2021/2022 ti vedrà presto protagonista. Vuoi anticiparci qualcosa di questo tuo spettacolo?
“Sì: domenica 13 marzo alle 17 mi esibirò sul palco del Bonoris con “La Divina in musica”, su testo di Matteo Leali e con la prova attoriale di Nicolò Bazzoli, entrambi come me monteclarensi e giovanissimi. In realtà l’evento doveva tenersi nel 2021 in occasione del 700° della morte del Sommo Poeta poi la pandemia ha bloccato tutto ed ora eccoci qui. L’ambientazione vedrà Dante, impersonato da Bazzoli, alle prese con i primi passi della Commedia: la musica che lo accompagna gli fa da elemento ispiratore. Non è previsto un programma di sala e l’evento sarà, per così dire, minimale, semplice, ma profondo al tempo stesso, di circa 40 minuti. Ho puntato su una fantasia che richiama i temi Romantici, improvvisata al pianoforte, con un accenno al linguaggio musicale di Franz Liszt. In chiusura sarà letto l’intero primo Canto dell’Inferno”.
Dopo questo appuntamento il pubblico dove potrà rivederti e risentirti?
“Sono in programma due altri concerti: il primo è previsto per il 26 marzo in Duomo dove eseguirò all’organo antifone gregoriane tipiche del periodo quaresimale, con la partecipazione della “Exordium Parvum”, una Schola Cantorum Gregoriana molto conosciuta. Posso anticipare che l’atmosfera sarà particolare poiché l’intera chiesa verrà rischiarata solo da alcune candele. Poi il 9 aprile, sempre in Duomo, sarò tra i componenti della Corale San Pancrazio, nella voce di basso, per il concerto del 25° di fondazione del gruppo, rinviato già da due anni a causa della pandemia”.
La musica a Montichiari costituisce un mondo piuttosto prolifico: pensiamo alla Scuola d’archi attiva da oltre 40 anni, alla stessa Corale, a personaggi divenuti celebri come Umberto Benedetti Michelangeli che proprio quest’anno festeggia le sue 70 primavere. In te come è nata la passione per quest’arte?
“Tutto parte dalla tastierina elettronica che possedeva mio nonno: da bambino pur non conoscendo le note provavo gli accordi, mi divertivo a imparare da solo, insomma improvvisavo sui tasti. Il pianoforte ho iniziato a suonarlo con regolarità in prima superiore, al liceo, e naturalmente proseguo tuttora. Quanto a Montichiari ho un sogno: creare una realtà musicale che possa davvero lanciare il nome della nostra città coinvolgendo i talenti del settore. Solo al Conservatorio oltre a me ci sono altri tre monteclarensi che studiano e un docente accompagnatore: siamo davvero un città ricca di professionalità che vanno messe in luce”.
Chiudiamo con una frase che riassuma per te il significato del fare musica?
“È lavoro: è ciò che volevo fare e ciò che farò. Non amo le espressioni retoriche: semplicemente per me la musica coincide con la vita. Credo infine che essere musicisti significhi continuare senza sosta a migliorarsi, a perfezionarsi, a studiare, non si può mai dire di essere arrivati”.
Federico Migliorati