Negli ultimi giorni di scuola non sono passati di certo inosservati i manichini disseminati in tutto l’istituto. Ma di cosa si trattava?

I manichini sono delle opere d’arte realizzate da noi ragazzi della 4^C LSP, in collaborazione con la cooperativa sociale CAUTO, per sensibilizzare i nostri coetanei riguardo una delle cause principali di inquinamento dei nostri giorni: fast fashion.

La nascita della fast fashion risale agli anni ’80, ma il fenomeno spopolò a partire dagli anni 2000, quando molte aziende del settore tessile iniziarono a produrre in maniera intensiva vestiti di bassa qualità a prezzi stracciati.

Molti si chiederanno cosa ci sia di male in tutto questo. Il problema sorge nel momento in cui facciamo luce sull’impatto ambientale devastante causato da queste industrie e sulla quantità esorbitante di rifiuti prodotti dai consumatori: basti pensare che le fabbriche tessili sono la causa del 10% delle emissioni globali di CO2, che una maglietta per essere prodotta richiede circa 2700 litri d’acqua e che ogni anno vengono dismesse 300.000 tonnellate di vestiti, perché scadenti. Ma non è tutto. Bisogna anche rivelare la verità sul contesto lavorativo: i lavoratori sono vittime di sfruttamento e soggetti a condizioni contrattuali miserevoli.

E proprio per mostrare questo lato oscuro che gravita intorno al mondo della moda, ci siamo rimboccati le maniche e, con molto olio di gomito, abbiamo realizzato questi “capolavori”.

Il progetto ha avuto inizio pressappoco tre mesi fa, quando un educatore ambientale della cooperativa sociale CAUTO, Filippo, ci ha raggiunto in Istituto per fare una prima presentazione generale sul tema della fast fashion. Nelle lezioni successive, anche attraverso l’utilizzo di risorse multimediali, ci ha fatto comprendere la cruda realtà che molte comunità, soprattutto in Africa, devono affrontare a causa di questo fenomeno.

Di fondamentale importanza, però, è stata la nostra visita presso la sede della cooperativa CAUTO.

Qui, abbiamo avuto l’opportunità di vedere in prima persona una quantità significativa di vestiti dismessi, considerati dai consumatori di tutta la provincia semplici rifiuti.

Ma rifiuti non sono quello che i fruitori pensano essere vecchio, non alla moda e inutile, in realtà sono una risorsa molto preziosa, che può essere rimessa in circolazione: questo è il compito dei negozi Spigo e Spigolandia, negozio dell’usato di CAUTO, che valorizzano le risorse “selezionando i capi più pregiati”.

Consapevoli di questa realtà, che fino a quel momento ci era oscura, abbiamo iniziato a ideare i nostri manichini. Il progetto ha preso vita nel momento in cui ci è stato fornito il materiale necessario, che subito ha cominciato a trasformarsi tra le nostre mani, fino a prendere la forma che potete ammirare ora.

Se quindi per caso vagate in corridoio e vi imbattete in una delle opere d’arte, provate a darci un’occhiata e, leggendo la descrizione affissa sulla parete, a capire il messaggio che vogliamo comunicare. Non rammaricatevi se un giorno non saranno più tra noi, perché trovate tutto online scannerizzando il codice QR presente nella scheda dell’opera o altrimenti visitando Spigolandia il negozio dell’usato di Rete CAUTO!

Marco Taetti, classe 4C Liceo scientifico progettuale