Sono Danilo Oscar Lancini, parlamentare europeo dal 2018; da quando sono entrato al Parlamento europeo ho dedicato il mio impegno a promuovere il nostro territorio, ed in particolare il mio bresciano, e, nel contempo, a difendere e criticare alcune iniziative miopi che l’Unione Europea ha cercato di adottare. Uno dei temi che mi sta più a cuore, e a cui ho dedicato molto del mio impegno in questo mandato (2019-2024) è l’alimentazione e la tradizione culinaria che da sempre contraddistinguono il nostro Paese e il nostro stile di vita. Al Parlamento siedo nelle Commissioni “ambiente e salute” (ENVI) e “commercio internazionale” (INTA), nelle quali ho lottato strenuamente per proteggere e valorizzare i prodotti italiani, contrastando le minacce che l’Europa vorrebbe imporci.
Queste oggi potrebbero essere sinteticamente riassunte in tre criticità: le cosiddette “carni sintetiche” (che di carne non hanno nulla, però!), la assurda idea di “colpire” il vino perchè “l’alcol fa male” ed infine gli irragionevoli attacchi all’agricoltura che rischiano di avere un forte impatto sui nostri allevatori ed i contadini. Se questo scenario può apparire surreale, a prima vista, ora cercherò di spiegarvi come si stia sviluppando.
Iniziamo dalla carne, elemento insostituibile nella nostra dieta, oggi però insidiata da nuove minacce; le carni cosiddette “sintetiche” e le farine di insetti vari, che dovrebbero rimpiazzare le carni come fonti di proteine. Le motivazioni che i sostenitori di queste idee propongono (non io, sia ben chiaro!), è che carni sintetiche fatte in laboratorio e le farine “alternative” siano migliori dal punto di vista “ecologico” e quindi “aiutino” a tutelare l’ambiente. In questo ragionamento, però, omettono di dire che la produzione nei laboratori richieda molta energia, e che sulle farine di insetti e le carni sintetiche ancora non ci siano studi che dicano se siano sane o no: secondo me non possiamo permettere che la nostra dieta, riconosciuta come una delle migliori e più sane al mondo, venga messa in discussione da proposte di cibo sintetico o di insetti da consumare al posto della carne “normale” e di altre proteine. La nostra tradizione culinaria è ricca di piatti a base di carne che rappresentano la nostra identità gastronomica e non possiamo permettere che venga cancellata da chi invece vuole proporci cibi “alternativi” che sembrano tutto tranne che sani e genuini! Discorso analogo si può fare per chi vorrebbe rifilarci “latte in polvere” o “sintetico” che invece di venire dalle mucche chissà a dove deriva!
La seconda minaccia riguarda il famigerato Nutriscore, ovvero un sistema di lettere che “classifica” gli alimenti. Il Nutriscore va dalla lettera “A” (“molto buono per la salute”) alla “E” (“pessimo”), e quindi, essendo riportato su ogni confezione, dovrebbe aiutare tutti noi a scegliere i prodotti più sani. Peccato che per come sia stato realizzato fa sì che le patatine fritte surgelate o le bibite gassate siano classe A, mentre salumi e l’olio d’oliva sono D o addirittura E! Alla faccia della salute! Ma se già questo è assurdo, pensate che recentemente si era parlato di aggiungere una classe “extra” al Nutriscore, la lettera “F”, ovvero “super negativo”. Indovinate chi avrebbe vinto questo “premio”, ben poco ambito? Il vino! Secondo alcuni “geni” in Europa, infatti, il vino, visto che ha dell’alcool, doveva “automaticamente” essere classificato come “Il più negativo degli alimenti”. E questo senza ovviamente andare a considerare il consumo pro-capite, che ovviamente è la discriminante: un’assurdità, assolutamente ideologica, che avrebbe penalizzato gravemente l’intero settore vitivinicolo italiano, oltre a dare un’informazione sbagliata. Quante altre bevande sono negative per la salute, anche se non hanno alcool? Le bevande gassate, per esempio, se assunte in grandi quantità sono ugualmente negative, o anche peggio; mentre invece un consumo moderato di vino può essere addirittura raccomandato. Inoltre il vino è parte integrante della nostra cultura e della nostra economia, e non possiamo consentire che venga soggetto a norme dannose e discriminatorie: chi comprerebbe all’estero i nostri vini se vedesse che sono classificati come “super negativi” per la salute? Vi pare una pubblicità “buona” per prodotti super controllati ed ad alto valore aggiunto come i nostri vini? Anche in questo caso, l’ideologia sembrava aver preso il sopravvento sulla realtà!
Infine, passando all’agricoltura, abbiamo visto tutti le proteste dei contadini. Proteste legittime perchè, secondo quanto alcuni dicono in Europa, ormai i contadini e gli allevamenti “inquinano”. Pare assurdo, ma ormai molti sostengono questa incredibile teoria! È invece fondamentale sottolineare che il contadino non inquina, ma è spesso vittima di normative europee irragionevoli e ideologiche che vogliono imporre regole assurde e slegate dalla realtà. Ma come, i contadini “inquinano” e poi invece vogliamo imporre la carne sintetica fatta in laboratorio? Ma secondo voi quanta energia elettrica consuma una mucca o un maiale, e quanta un laboratorio? I nostri agricoltori e i nostri allevatori sono persone attente all’ambiente, lo rispettano e producono cibo di alta qualità, che infatti è invidiato nel mondo e purtroppo anche molto copiato (i famosi “Parmesan” e copie simili). Secondo me non possiamo permettere che il nostro comparto agricolo e gli allevatori vengano penalizzati da normative che vanno contro il buonsenso e la realtà di quella agricoltura che da secoli è la base economica e produttiva di intere regioni, in Italia e in Europa.
Concludo con una riflessione sulla fiera agricola di Montichiari, che rappresenta un punto di riferimento per il settore zootecnico italiano e non solo. Aver partecipato negli anni a questo evento è per me un modo concreto per sostenere l’agricoltura di qualità e promuovere il Made in Italy anche fuori dalle aule del Parlamento europeo; è inoltre un momento utile per approfondire le difficili condizioni in cui si trova questo comparto, stretto fra le assurde “innovazioni” europee e le tradizionali complessità che da sempre ha l’agricoltura o l’allevamento.
È fondamentale difendere la nostra identità gastronomica e proteggere i prodotti italiani, garantendo la salute e la qualità del cibo che consumiamo ogni giorno e portare in Europa una voce di ferma ragionevolezza e vero pragmatismo. No alle ideologie, viva il Made in Italy!
On. Danilo Oscar Lancini