La più famosa è stata l’astrofisica Margherita Hack, capace di scardinare in Italia non solo i pregiudizi di genere legati alla capacità di emergere per una donna nell’ambito della Fisica e dell’Astronomia ma soprattutto di poter divulgare in modo semplice e comprensibile a tutti concetti che semplici non sono affatto; l’ultima è la monteclarense Laura Rosa, laureata in Fisica nel 2022 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia con una tesi innovativa sulle nanotecnologie. Ad unire le due scienziate l’innata curiosità fin da bambine per i fenomeni naturali e il desiderio travolgente di rendere accessibili ad un pubblico il più diversificato possibile la complessità della Fisica e i segreti della scienza. Nasce così “Illuminando l’invisibile. Quando la luce incontra gli atomi”, la prima opera divulgativa letteraria di Laura Rosa pubblicata a metà luglio per le Edizioni Altravista. Il testo tratta con un linguaggio intrigante e semplice, allo stesso tempo, il micro e il macro cosmo svelando segreti affascinanti sui quali tutti si sono interrogati almeno una volta nella vita. Dalla scoperta della luce e della sua doppia natura, ai colori, agli atomi mattoni fondamentali della materia, fino alla luce e alla meraviglia fra stelle cadenti, aurore boreali, fulmini, nuvole e l’incanto dell’arcobaleno. La scienza narrata come lanterna magica che attraverso nove affascinanti capitoli conduce in un viaggio attraverso la bellezza nascosta dell’universo. «Ho cercato di spiegare i concetti legati alla Fisica in un modo semplice che potesse arrivare a tutti – spiega la giovane autrice – Il libro nasce dalla curiosità per ciò che ci circonda che ho avuto fin da piccola, allorquando ponevo le domande sui fenomeni che osservavo intorno a me a mio nonno Francesco e con lui guardavo Piero Angela. Spinta da questa passione, dopo il diploma scientifico, mi sono iscritta alla facoltà di Fisica a Brescia. In un corso di 15 iscritti, eravamo solo due ragazze ma i miei professori e il mio fidanzato Luca, anche lui dottore in Fisica, sono stati per me di grande ispirazione soprattutto nello scardinare l’idea che lo scienziato sia il classico signore dai capelli bianchi che deve stare chiuso ed isolato in laboratorio. Capire perché il cielo è azzurro, che colore abbiano le stelle, cosa ci sia dietro l’arcobaleno, credo sia un diritto di tutti ed è doveroso spiegarlo anche a coloro che sono fuori dal laboratori scientifici ma che comunque si interrogano sulle meraviglie che ci circondano. Il libro è dunque scritto per tutti i curiosi dei fenomeni naturali, per i ragazzi affinché si appassionino alla scienza e alla Fisica, che non è quella materia noiosa che molti pensano, e con l’intento che una maggiore comprensione della bellezza che è intorno a noi possa stimolare anche alla difesa del Pianeta. Il libro è qualcosa a cui tenevo molto e mi piacerebbe sempre più fare ricerca e divulgazione ma non nascondo che il mondo della Scienza è purtroppo piuttosto precario in Italia e costringe spesso i giovani ad andare all’estero. Io, comunque, non demordo e continuo con passione a coltivare il mio amore per l’invisibile».
Marzia Borzi