Quanto accaduto il 28 maggio 1974 è vivo nelle coscienze dei cittadini bresciani, ma non lo è altrettanto in quelle degli abitanti della provincia.
Il 28 maggio 1974 è una data simbolo: quel giorno, in Piazza della Loggia, c’era una manifestazione indetta dal Comitato Unitario Permanente Antifascista, alla quale aderirono anche tutti i sindacati proclamando lo sciopero generale, per sensibilizzare contro la violenza neofascista e a difesa di quei valori democratici e antifascisti che permeano la nostra Costituzione e su cui la scuola si impegna istituzionalmente a far riflettere, oltre a cercare di viverli nella sua quotidianità.
Contro questi manifestanti agirono gruppi neofascisti ponendo una bomba che spezzò la vita di otto persone e ne ferì centodue. L’intitolazione del quarto edificio del nostro istituto ha dunque la funzione di interrogare le giovani generazioni rispetto ad un fatto traumatico e complesso, che non può essere semplicemente rimosso o sterilmente ricordato nella data stabilita dal calendario; vuole sollecitare a conoscerlo in maniera articolata, approfondita, critica e intende farlo incontrare a partire da vicino, da una semplice targa, per avere l’occasione di poterlo attraversare, metabolizzare e dargli il luogo giusto nella coscienza.
Si vuole inoltre sottolineare che il 28 maggio è la strage, è la violenza, è il dolore, ma è anche, e forse soprattutto, la risposta che Brescia diede a quella violenza: innanzi tutto l’affermazione della vita contro la volontà di chi intendeva negarla nella sua pienezza, la nonviolenza, la risposta collettiva, il senso di civiltà: Brescia è stata un modello di democrazia, di rispetto delle istituzioni, di coscienza civica diffusa, che si spera possano sperimentare le generazioni che si susseguiranno nell’Istituto, anche a partire dalla riflessione sull’intitolazione di questo nuovo plesso.
Prof.ssa Laura Butti