Sono ormai trascorsi oltre due mesi dall’inizio della quarantena e di una vita completamente diversa da quella che si era abituati a vivere, che ha costretto ciascuno di noi a ridimensionare le proprie abitudini. Se all’inizio la possibilità di stare a casa si era presentata come idea allettante, dopo non molto gli amici e la vecchia monotona routine sono cominciati a mancare, specialmente per un’ado-lescente che, nonostante le difficoltà riscontrate nello svolgimento delle videolezioni, ha comunque dovuto proseguire i suoi studi, sfruttando il web per ricerche e approfondimenti.
Trovarsi ad affrontare in questo periodo, per esempio, la complessa personalità di Giacomo Leopardi, suona per me come una perfetta coincidenza, vista l’attualità dell’opera? La Ginestra.
L’umanità intera si potrebbe dire convinta che la sua sulla Terra sia una posizione dominante rispetto a tutte le altre forme di vita e che sia stata creata probabilmente per raggiungere un determinato scopo, considerando tutto ciò che la circonda come mezzo da sfruttare a suo vantaggio. Ovviamente la natura non ha tardato a presentare ostacoli da affrontare, eppurel’uomo si è sempre ingegnato per cercare di superarli.
Certamente, però, mai avrebbe potuto immaginare che tutto il “mondo da lui costruito” si potesse paralizzare a causa di un virus di dimensioni microscopiche, ma ciò è successo data l’imprevedibilità degli eventi. Questa poesia scritta duecento anni fa contiene ciò che dovrebbe sentirsi dire ogni uomo oggi.
Ogni persona dovrebbe ricordare a sé stessa qual è la sua vera posizione all’interno dell’ordine universale, per abbandonare l’idea di superiorità rispetto a ciò che in realtà andrebbe da lui custodito e l’idea di “invincibilità” rispetto ad una natura che in poco tempo potrebbe sottoporci ad un’altra tragedia di portata uguale o addirittura maggiore chepotremmo anche non saper affrontare.
Risulta quindi evidente l’importanza di conoscere la verità e di affrontare la realtà per quella che è. A stagliarsi in tale situazione dimarginalità e di timore nei confronti della natura, per Leopardi, è la solidarietà come mezzo per creare una “social catena” che permetta agli uomini di rimanere uniti, contro un nemico comune: la natura.
È chiaro che una lotta contro la natura è destinata a fallire, data la sua forza, ma è nel “combattere” uniti che risiede il senso della “battaglia”. L’uomo deve cercare di ricavare del bene anche dal male, imparando dall’esperienza e dando un senso al proprio transito terrestre. In momenti come quelli che stiamo vivendo più che mai c’è bisogno di solidarietà, aiuto e sostegno reciproco fra di noi.
L’unica cosa che ci è stata chiesta è di restare a casa, per tutelare noi stessi ela salute delle persone a noi care. Moltissimi cittadini, medici e infermieri, rischiano ogni giorno la propria vita e la propria salute per cercare di salvare più persone possibili da una situazione che mai fino a qualche mese fa pensavamo potesse accadere, per lo meno a noi.
Sembra davvero difficile poter credere al fatto che intere popolazioni dall’altra parte del mondo e così diverse da noi, si trovino nella nostra stessa situazione, eppure è così.
Un intero mondo è stato paralizzato a causa di un solo virus, dinanzi al quale l’unica soluzione consiste nel collaborare gli uni con gli altri e nel sostegno reciproco. D’altronde, “l’unione fa la forza”.
Martina Fontana,
classe 4^ A Liceo
delle scienze umane