Sono oggi fragile cristallo le nostre certezze. /Da invisibili fenditure e mille frammenti / si spargono schegge, taglienti incognite / ormai insinuate in noi. / Sospesi i sogni di domani. (mia poesia) Sensazioni comuni a molti, le mie, in questo periodo che sembra surreale, infinito, di cui si intravede forse finalmente la fine. In questo mese d’inizio di primavera noi donne, in particolare, con il nostro dna predisposto a donare vita, anche metaforicamente; ad affrontare immani difficoltà, a risollevarci con forza dopo ogni ricaduta, sapremo rinascere, come la natura, e aiutare a rinascere chi condivide la nostra vita quotidiana. I sogni sono sospesi, non certo annullati. E’ proprio la natura a darci l’esempio di come si possa e si debba reagire ad ogni avversità; come valga la pena, malgrado eventi angoscianti, naturali o provocati, lasciarci abbracciare dal calore del sole, rafforzare la nostra energia e la nostra grinta. Continuiamo dunque a sognare, sorprendiamoci per ogni piccola meraviglia che man mano rinascerà in natura e in noi, non dando niente per scontato, né dovuto, ma sapendo cogliere il bello in ogni nuovo spiraglio di luce. Affetti familiari e amicizie sono linfa vitale; non meno importanti i progetti personali, che possono migliorare la nostra realtà, far esprimere il meglio di noi stesse, perché ognuna di noi ha sempre qualcosa sia da dare agli altri che da ricevere. Noi donne, definite a torto ancora da qualcuno “sesso debole”, sappiamo bene che dentro di noi si nasconde energia ferrea e grande forza di volontà. Lo hanno capito anche molti uomini: per la maggioranza di loro noi – madri, mogli, sorelle, amiche – nei momenti più difficili siamo infatti un supporto concreto e morale importante: da noi imparano quella sensibilità più profonda e sottile, quell’attitudine all’empatia innata all’altruismo, in senso lato. Superando noi per prime ostacoli insormontabili, sappiamo comprendere e consolare chi sta vicino a noi, con acuta determinazione. Altrettanto sappiamo gestire con arguzia e lungimiranza situazioni pratiche: dalle antiche società matriarcali, alle generazioni delle nostre nonne, dove nelle famiglie allargate chi gestiva la casa erano proprio le donne anziane, le rizidure, fino ai nostri giorni, le colonne della famiglia sono ancora le donne. Inoltre, seppur con maggiori difficoltà, a causa di una cultura ancora troppo maschilista, molte ricoprono ruoli ad alti livelli; ma pure quelle “normali”, senza titoli di studio, senza lavori prestigiosi, sono in grado di fare proprio tutto, col buonsenso e l’esperienza che maturano sul campo! In periodi come questo, affidandoci alla fede, per chi ne ha, o a qualsiasi altro ideale, noi donne abbiamo saputo e sapremo proteggere e tenere ben uniti, seppur faticosamente, anche i fragili cristalli che la vita ci affida ogni giorno, aggiustando le molte incrinature con un collante d’amore e di speranza.
Ornella Olfi