Sono anni, probabilmente lustri, che, spesso per cose belle, altre un po’ meno, ci occupiamo del grande velodromo di Montichiari. L’unico, vale la pena di ricordarlo, coperto. Particolare, questo, che fa della struttura monteclarense un vero e proprio gioiello, perché, al contrario di altre, questa può essere utilizzata anche d’inverno, magari anche (e solo) come luogo di allenamento per atleti di fama internazionale.
Ci siamo occupati del velodromo quando ha ospitato manifestazioni di carattere internazionale (vedi ad esempio i campionati del mondo), ma ce ne siamo occupati anche quando avremmo preferito farne a meno, come ad esempio l’anno scorso, quando, per una serie di circostanze, questioni legate al tetto che faceva acqua, ma anche e soprattutto a causa di problemi legati al vasto, variegato e sempre più complesso mondo della sicurezza, il velodromo è stato di fatto sigillato. Chiuso, insomma.
Chiusura, questa, che ha creato problemi di immagine (sapete com’è: una struttura quasi nuova, che fa acqua…); problemi economici agli entri proprietari, cioè alla Provincia e al Comune (che hanno dovuto trovare i soldi per sistemare il tutto); problemi economici anche all’indotto, perché non c’è dubbio che le manifestazioni organizzate al velodromo fanno comodo anche, tanto per fare un esempio, ai ristoranti e agli alberghi della zona, perché la carovana di atleti e accompagnatori che partecipano alle gare devono pur mangiare e dormire. E dove vanno a mangiare e dormire se non negli alberghi e nei ristoranti della zona?
Brutta notizia, dunque, la chiusura della grande struttura sportiva monteclarense. Un periodo buio, che però sta per terminare. Verso la fine di ottobre, infatti, con comprensibile soddisfazione il sindaco Marco Togni ha annunciato che, grazie agli interventi che sono stati fatti (innanzitutto la sistemazione della copertura, e poi anche la sistemazione della pista, che era stata parzialmente rovinata proprio dall’acqua che filtrava dal tetto), il velodromo aveva riaperto le porte ai ciclisti.
Se questo è vero, è anche vero che, come ha detto lo stesso Togni, «ancora sussistono delle limitazioni, perché la struttura è tutt’ora sotto sequestro».
Ma il sindaco e i suoi ci stanno lavorando, così che si possa finalmente tornare alla normalità.
Per il momento, nel velodromo sono tornati i ciclisti azzurri (maschi e femmine): in numero limitato, non più di 50 persone alla volta, ma sono tornati.
Quando, si spera il più presto possibile, il velodromo tornerà a funzionare a regime, saranno tutti contenti: gli atleti, gli appassionati di ciclismo e i monteclarensi, di nuovo orgogliosi di poter sfoggiare, e utilizzare, una struttura di cui nessun altro Comune, in Italia, dispone.
Ma saranno contenti anche albergatori e ristoratori. In un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo da troppi anni, un velodromo che funziona può fare la differenza.
Maria Teresa Marchioni
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