Ora che la sbornia delle Olimpiadi record è stata smaltita; ora che anche il bresciano Marcel Jacobs è tornato sulla Terra (non so se l’avete notato: da quando mister due medaglie d’oro ha detto pubblicamente che dello Ius Soli, bandiera della sinistra, non gliene frega niente; ma soprattutto da quando ha detto che l’unico politico che segue sui social è Matteo Salvini, i più trinariciuti dei trinariciuti hanno cominciato a storcere un po’ il naso nei suoi confronti. Ma queste sono cose della quali poco c’importa).

Torniamo a noi: ora che le olimpiadi non sono più sulle prime pagine dei giornali, visto che questo numero di Paese Mio uscirà a circa un mese dall’evento, torniamo sulla gara a cinque cerchi. Giusto per ricordare che una delle 10 medaglie d’oro che abbiamo portato a casa (peraltro una delle più pesanti) ha molto a che fare con Montichiari. 

Ci riferiamo al fatto che i quattro moschettieri medaglie d’oro nell’inseguimento a squadre su pista, si sono allenati anche e soprattutto al Velodromo di Montichiari, che, come tutti sanno, è l’unico coperto che abbiamo in Italia.

La circostanza è stata ovviamente sottolineata anche dal sindaco Marco Togni, che, neanche il tempo di aspettare che i quattro scendessero dalla bici, si è subito congratulato con loro.

Queste le sue parole: «Oggi la nazionale maschile di ciclismo ha vinto l’oro olimpico (anzi quattro ori) nell’inse-guimento su pista, titolo che mancava da 61 anni all’Italia.

Ma i nostri ragazzi non si sono fermati qui, hanno battuto anche il record mondiale.

Per Montichiari questo deve essere un doppio vanto: primo perché i ragazzi si sono duramente allenati sul nostro velodromo (unico coperto in Italia), secondo perché è vero che bisogna avere gambe, testa e cuore, ma anche i mezzi devono essere perfetti ed il meccanico della nazionale è Giovanni Carini, ormai da anni monteclarense d’adozione e titolare del negozio Hobby Bike in viale Europa, nonché, posso dirlo, mio caro amico».

Il risultato ottenuto «è ancora più importante a livello sportivo perché non è stato ottenuto da un singolo, ma da quattro atleti e quindi è un lavoro di squadra.

Poco fa ho chiamato il presidente della Federazione Ciclismo Cordiano Dagnoni, che è in Giappone, per complimentarmi personalmente e ho mandato un messaggio nel gruppo di whatsapp che avevo creato per la gestione degli accessi al velodromo dove vi sono tutti i tecnici della nazionale chiedendo loro di portare i complimenti di tutta Montichiari a Simone Consonni, Filippo Ganna, Francesco Lamon e Jonathan Milan per la storica impresa».

Infine: «Prima della loro partenza, ero stato a trovarli al velodromo e avevo chiesto che aspettative avessero.

Mi avevano risposto che “Noi ci siamo e il nostro lavoro lo abbiamo fatto. Non sappiamo come sono messi gli altri…”.

Dopo il risultato di oggi, sportivamente parlando, mi verrebbe da dire che gli altri, tutti, sono messi “male”».

MTM