È terminata con successo la stagione monteclarense 2024 delle sagre, dalla prima di fine maggio ai Trivellini, a seguire Boschetti, Vighizzolo, Borgosotto, Santa Giustina, Novagli, Bredazzane e in chiusura i Chiarini. Come ogni estate, sono state tutte molto partecipate, sia da chi ha apprezzato i gustosi menù, sia da chi è andato solo per ascoltare le varie orchestre e da chi ha ballato sulle loro note. Da soli o in coppia, anche coloro che durante la stagione invernale frequentano poco le sale da ballo, d’estate escono volentieri per fare quattro salti alle sagre, per immergersi in un’atmosfera festaiola coinvolgente, ancor più con il sottofondo musicale. Molte le persone di mezza età, ma non solo, che sono appassionate di liscio, merito anche delle numerose scuole di ballo della città e dintorni, che infatti proprio alle sagre pubblicizzano i loro corsi con esibizioni degli allievi. Oltre al divertimento il ballo, è ormai riconosciuto, ha molti benefici. È definito l’esercizio fisico d’eccellenza per combattere ipertensione e altre patologie cardiovascolari. Studi internazionali hanno dimostrato che agli over 60 (e non solo) è utile per migliorare forza e resistenza muscolare, agilità, equilibrio e coordinazione; previene osteoporosi, obesità (fa perdere peso al pari dello jogging), diabete, demenze. C’è poi un vantaggio psicologico: elimina stress e depressione nelle forme lievi; migliora l’autostima, regola i livelli di serotonina e dopamina. Ballare rafforza i legami con i compagni di ballo e offre l’opportunità di fare nuove amicizie. Migliora la memoria, ma anche alcune persone già affette da Alzheimer recuperano certi ricordi canticchiando i brani a loro familiari. Aumenta l’acutezza mentale perché richiede decisioni rapide di movimento. Sembra forse esagerato questo elenco di benefici, ma il ballo è davvero una medicina per il fisico e per la mente! Ecco dunque che anche le sagre di Montichiari oltre a raccogliere fondi a scopo solidale per i propri quartieri o frazioni, hanno un ruolo sociale di aggregazione, di allegria e di benessere, di ritrovati rapporti di vicinato. Oggi purtroppo si vive più isolati, invece fino ad alcuni anni fa ognuno sentiva forte il senso di appartenenza della propria contrada o frazione. Era piacevole e rassicurante, pur con i risvolti negativi dei pettegolezzi di paese qual era ed è ancora Montichiari, seppur sia una città. Anche chi è solo, alle sagre può buttarsi nella mischia per i balli di gruppo, scambiare quattro chiacchiere con chi è seduto vicino, trascorrere qualche ora in spensieratezza e magari fare nuove conoscenze. Un grazie enorme va a tutti i volontari, sia veterani che giovani (bello vederne moltissimi nuovi), perché senza di loro non si potrebbe organizzare nessuna di queste feste! 

Ornella Olfi