Ormai sono passati più di tre mesi dall’inizio della mia esperienza qui in Canada, precisamente a Vancouver, una splendida città situata nella parte più ad ovest del paese. Quello di partire per cinque mesi all’estero è un sogno che mi portavo dentro fin da quando sono piccolo e mi ritengo molto fortunato perché è un’esperienza che non tutti possono compiere: se ora sono qui, in primis devo ringraziare la mia famiglia che mi ha sempre aiutato a far crescere questo mio desiderio.  
Devo ammettere che la mia partenza è stata un mix di emozioni perché, da un lato c’era la felicità di iniziare un’esperienza che mi avrebbe cambiato e migliorato, mentre dall’altro c’era un po’ di timore perché non sapevo bene cosa aspettarmi e non avevo idea di come sarebbe stato stare lontano dalla mia famiglia e dai miei amici per così tanto tempo.  
Penso di aver realizzato per la prima volta che la mia avventura fosse davvero iniziata quando, dopo le venti lunghe ore di viaggio, sono arrivato nella casa in cui sarei stato per i prossimi cinque mesi e ho incontrato la mia famiglia ospitante.  
All’inizio la differenza culturale l’ho sentita molto e l’ho notata nelle piccole cose della vita quotidiana che le persone conducono qua. Un esempio molto banale è come i ragazzi qua trascorrono il tempo: le loro giornate consistono principalmente in scuola e sport, senza mai magari passare un po’ di ore tra di loro uscendo e divertendosi. Ciò all’inizio ha reso un po’ più difficile legare con gli adolescenti del posto, ma piano piano sono riuscito a trovare anche qualche amico canadese.  
Tutta un’altra storia invece è quella dei ragazzi internazionali che come me arrivano da tutto il mondo e sono pronti a mettersi in gioco senza mai tirarsi indietro. Il bello di farsi amici internazionali è che, oltre a conoscere la cultura del paese in cui ti trovi, hai anche la possibilità di capire che in ogni nazione del mondo la vita è completamente diversa. La cosa mi ha affascinato fin da quando sono arrivato ed è per questo che adesso ho un gruppo di amici composto da ragazzi che arrivano davvero da ovunque (Germania, Spagna, Messico, Colombia, Brasile, Serbia, Giappone, Filippine, Austria, Svizzera, Sudafrica).  
Oltre a creare nuovi legami, questa esperienza è sicuramente utile per diventare davvero indipendenti e maturi: le prime cose che si imparano sono come gestire i soldi, come organizzarsi con i trasporti, come badare a se stessi in qualsiasi aspetto della giornata e come comportarsi da adulti assumendosi sempre le proprie responsabilità. Questo probabilmente è uno degli aspetti più belli, perché ti rendi conto di quanto stare lontano dalla famiglia ti possa far crescere e capire che non sempre c’è bisogno di qualcuno che ti stia dietro e che ti aiuti. 
Devo dire che quando sono partito il mio obiettivo principale era quello di migliorarmi nell’inglese, che ormai è una lingua fondamentale in qualsiasi campo, ma ora mi sono reso conto che, sì è un aspetto molto importante di questa esperienza, ma che in un certo senso è passata in secondo piano, perché ho capito che qui ho l’opportunità di sperimentare e di imparare cose nuove.  
Se dovessi riassumere questo mio periodo, utilizzerei probabilmente la parola “curiosità” perché per goderti al massimo un’avventura come questa devi essere curioso sotto ogni punto di vista, senza mai farti fermare dal dubbio o dal timore di non essere capace di fare qualcosa o di non sentirti a tuo agio in certe situazioni. Prima di partire infatti devi essere consapevole che non sempre tutto andrà bene e che a volte ti mancheranno alcune delle comodità e delle belle cose che avevi in Italia, ma che nonostante questo bisogna sempre cercare il lato positivo, senza mai dubitare della scelta fatta. 
Per concludere, consiglio questo tipo di esperienze a tutti coloro che hanno la fortuna di avere queste opportunità e che cercano nuovi stimoli, perché in un modo o in un altro quando si prova qualcosa che è fuori dalla propria comfort zone ci si migliora. 
Matteo Dalla Longa, 4 D LSP