Nella mattinata di Domenica 2 giugno, alle ore 9 presso il salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia a Brescia, il Prefetto ha consegnato i diplomi delle onorificenze “Al merito della Repubblica Italiana” concesse dal Presidente della Repubblica a quei cittadini della Provincia di Brescia che si sono distinti per particolari benemerenze nel campo delle lettere, arti, economia, nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici e umanitari. Tra i 27 cittadini bresciani che sono stati insigniti dell’importante riconoscimento del Presidente Mattarella, ad essere nominato Cavaliere della Repubblica è stato anche Daris Baratti. «Storico, ricercatore – si legge nella motivazione – raccoglitore di cartoline, opuscoli, immagini storiche originali legate al territorio locale, si è distinto per le numerose attività ed iniziative di carattere filantropico, quale sostenitore della Fondazione Pedini, collaboratore del Gruppo Archeologico di Montichiari e promotore di manifestazioni culturali» Una bella e meritata soddisfazione per Baratti che è stato affiancato nell’emozionante investitura dal Sindaco Marco Togni e dal vice Sindaco Angela Franzoni. Nato a Montichiari nel 1958, Daris Baratti è stato per oltre 40 anni bancario presso la Cassa Rurale ed Artigiana, diventata poi BCC Colli Morenici, e per oltre 30 anni segretario e tesoriere del Gam, il Gruppo Archeologico Monteclarense. Alle sue attività lavorative e di volontario affianca da sempre la grande passione di ricercatore e collezionista, passione che con grande generosità ha sempre messo a disposizione della comunità donando importanti e preziosi documenti che ne hanno permesso di ricostruire la storia. Autore di numerosi approfondimenti di storia locale, supporter della Pro Loco Montichiari per la parte di ricerca storica legata al ciclo di incontri “Scopriamo Montichiari”, Baratti è stato fra i curatori di “Montichiari nel cassetto” mostra aperta nel febbraio del 2021 nelle sale del Museo Lechi con fotografie in bianco e nero, alcune anche risalenti all’Ottocento, che documentavano la Montichiari del passato.
Marzia Borzi