Nei giorni scorsi una serata al Teatro Gloria ha visto come protagonista don Luigi Ciotti, che ha sottolineato che la disumanità non può diventare legge e ha criticato l’ipocrisia di un Occidente che, pur proclamando valori di civiltà, si confronta con meccanismi incivili ogni giorno, come quello della gestione dell’immigrazione e dell’inquinamento ambientale. 

Responsabilità è stata la parola fondamentale della serata: responsabilità deriva dal latino rispondere, non solo delle proprie azioni, ma anche di quelle degli altri. La responsabilità non finisce nella propria coscienza ma si estende sempre alla vita di relazione, questo implica un impegno attivo nella società, dove “il silenzio può diventare colpa e la parola un dovere morale, un imperativo etico”. 

Ha definito la responsabilità come la “spina dorsale” della democrazia, evidenziando che il declino attuale è radicato in un deficit etico. Senza responsabilità, le relazioni umane si degradano e le persone rischiano di diventare strumenti piuttosto che fini. 

La libertà e la responsabilità sono inseparabili, ma la libertà in Italia non è ancora un bene comune perché un Paese non si può dire libero se sono 170 anni che si parla di mafie  e se, nonostante l’impegno, i sacrifici che sono stati fatti, queste continuano ad evolversi. Oggi, le mafie utilizzano nuovi meccanismi, agiscono tramite la rete, per loro l’intelligenza artificiale è già rete criminale. Il problema principale è che la mafia gode dell’approccio passivo: che le viene riservato dalle persone si rafforza se l’opinione pubblica non si schiera. 

Don Ciotti ha chiuso il suo intervento esortando la società a non limitarsi a preoccuparsi dei giovani, ma a prendersene cura attivamente, offrendo loro strumenti, spazi, opportunità e punti di riferimento. Ha rinnovato la speranza che le nuove generazioni possano svolgere un ruolo fondamentale nella costruzione di un’Italia migliore, invitandole a impegnarsi attivamente e a coltivare valori di giustizia e responsabilità. Solo così potranno contribuire a un futuro in cui la legalità e la dignità umana siano al centro della società, dimostrando che il cambiamento è possibile se guidato dalla passione e dall’impegno collettivo.

È stato un vero piacere partecipare a questo incontro. Mi ha colpito il suo modo semplice e diretto di affrontare temi sì quotidiani, ma complessi, rendendoli accessibili anche ai più giovani. C’era una forza nel suo modo di esprimersi, trasparivano chiaramente la passione e la convinzione con cui parlava degli argomenti che gli stavano a cuore, che mi ha lasciato davvero il segno. 

Grazie a questo incontro, mi sono sentita ispirata e motivata a riflettere in modo più approfondito sui temi proposti nella serata e sulla mia posizione nella società.

Anna Angeri, classe 4A Liceo economico-sociale