Benedetta Giovanardi, 21 anni soltanto, studentessa di Lingue in campo artistico all’Università degli Studi di Verona è l’ultima, giovanissima, neodiplomata istruttrice di danza dell’associazione monteclarense Danza e Teatro. La sua passione per la danza nasce da piccolissima grazie alla mamma e si consolida nel tempo fino al raggiungimento dell’importante obiettivo: quello del diploma di primo livello come insegnante di danza. Benedetta è solo l’ultima di un gruppo appassionato, affiatato e competente di giovanissimi maestri della D&T. «Avevo tre anni quando ho iniziato con la danza – racconta – seguendo le orme di mia sorella Isabella che ha 10 anni più di me e che fin da piccolissima ho visto danzare. Mia mamma, inoltre, è stata a lungo nel campo della danza come supporter: è una specialità che ha sempre amato tantissimo e che avrebbe voluto praticare ma senza possibilità di poterla svolgere. È stata lei a trasmettere a me e a mia sorella questa grande passione e il suo supporto, insieme a quello di mio padre, è stato fondamentale per me. Ho iniziato il mio percorso con tante amiche e compagne di scuola che per la maggior parte hanno poi abbandonato. Io, invece, ho tenuto duro perché durante la settimana, durante il giorno, fin da quando ero piccola, l’unico momento che aspetto è quello di andare a danza. Danzare per me è tutto: uno sfogo, un mezzo per imparare a crescere, per assimilare le regole. Ho iniziato con la formazione per diventare istruttrice nel 2021 e quest’anno mi sono diplomata maestra di Primo Livello. Seguo dallo scorso anno un gruppo di bambine di prima elementare. La cosa fondamentale con alunne così piccole è farle divertire e svagare per poi partire dando loro le basi della danza e iniziare ad insegnare anche un po’ di disciplina. Con le piccole alunne nasce un legame particolare ed è bellissimo osservare la loro crescita sia nei miei confronti che a livello della capacità di fare gruppo e aiutarsi le une con le altre; questa è la cosa che mi rende più soddisfatta. L’empatia ricopre un ruolo fondamentale in questo senso. Importantissimo anche il confronto tra noi maestri: con Francesco Mastromarino, ad esempio, lo scambio di consigli è costante e reciproco in un supporto che è alla base della nostra attività, del nostro percorso di crescita e della nostra amicizia. Lo stesso avviene con Beatrice Ardenghi che, peraltro, essendo allieva della Scala di Milano è una fonte preziosissima e continua di suggerimenti. Da lei c’è solo da imparare ed è generosissima in questo senso. Con i bambini lavoro già da tempo e fare la maestra di danza mi è sempre interessato ma, a differenza di alcuni colleghi, non lo vedo come una professione vera e propria, piuttosto come un hobby che non ho nessuna intenzione di abbandonare nemmeno in futuro».
Marzia Borzi