In questo 2020 appena trascorso, di sicuro per chi è superstizioso, ma forse anche per chi non crede ai proverbi, è appropriato il detto “anno bisesto, anno funesto”, funesto davvero in modo pesante e, per molti aspetti, tragico. Pertanto un po’ tutti ci siamo augurati che finisse presto, ché di danni ne ha già fatti troppi, dalla salute (fisica e psicologica) all’economia, alla libertà personale. Un po’ di storia e curiosità: fu Giulio Cesare nel 46 a.C il primo a introdurre nel calendario (calendario giuliano) un giorno di “bonus” ogni 4 anni, ripetendo lo stesso giorno per 2 giorni, aggiungendolo dopo il 24 febbraio, sesto giorno prima delle Calende di marzo, “bix sesto kalendas martias” da qui bisestile; questo per allineare correttamente il calendario al movimento compiuto dalla terra intorno al sole.
Il giorno in più fu aggiunto proprio in febbraio, per i romani mese dedicato ai defunti, perciò soprannominato funesto.
Nel 1582 Papa Gregorio XIII modificò poi il calendario (calendario gregoriano), versione che usiamo ancora oggi: ogni 4 anni, 1 bisestile, se divisibile per 4. Nel ‘400 lo scienziato Michele Savonarola, nonno di Girolamo, diceva che in anno bisesto né baco, né moglie, né innesto: non iniziare alcuna attività lavorativa, non sposarsi, non concepire un figlio. Molti eventi tragici sono accaduti proprio in anni bisestili: terremoti, tsunami, ultimo il covid.
Un invisibile intruso che si è portato via migliaia di persone, ma anche i fortunati che stanno bene, hanno dovuto e ancora devono stare lontano fisicamente, mentalmente e affettivamente da parenti e amici; ha causato disperazione in chi si è visto perdere tutto, per es. il lavoro di una vita; ci ha mostrato incompetenze e ritardi gravi in molti settori, con pesanti ripercussioni in molti settori; ha innescato cattiveria tra chi ha idee diverse, ecc…
È un insieme di problemi a catena molto preoccupanti che hanno rivoluzionato la nostra quotidianità, festività comprese, senza aspettare l’Epifania che, come si sa, tutte le feste porta via. Pochi avranno rispettato le tradizioni benauguranti di capodanno (mangiare uva, lenticchie, indossare intimo di colore rosso, baciarsi sotto il vischio, far scoppiare botti); al di là degli orari di chiusura e dei divieti di ritrovarsi a festeggiare, è mancato principalmente un clima spensierato e ottimista. Ci auguriamo tutti che questo nuovo anno, pur con un inizio inquietante, migliori presto e ci permetta di tornare a vivere una quotidianità “normale”.
Ornella Olfi