Dopo gli ultimi ponti crollati (ultimi in ordine cronologico, perché, anche se tutti speriamo il contrario, non è detto che queste cose non accadano più…); dopo gli ultimi ponti crollati, dicevamo, in Italia s’è fatta strada una nuova sensibilità, che ha portato tutti, e in particolar modo chi deve occuparsi di queste cose, non solo a cercare di capire il perché sono accaduti questi autentici disastri (e ovviamente a trovare i responsabili), ma anche e soprattutto ad intervenire affinché queste tragedie non accadano più.
S’è trattato di una «scelta obbligata», visto quanto era accaduto negli ultimi anni. Facciamo un breve elenco, così, tanto per ricordare…
Il 14 agosto 2018 a Genova l’incidente più grave, causato dal crollo del ponte Morandi: decine di morti.
Il 9 marzo 2017 frana un ponte vicino ad Ancona, nel tratto marchigiano dell’auto-strada A14 Adriatica.
Muore una coppia di coniugi che viaggiava a bordo di una Nissan Qashqai travolta dall’infrastruttura che era in corso di ristrutturazione. Altre due persone rimangano ferite.
Il 28 ottobre 2016, al passaggio di un Tir di oltre 108 tonnellate collassa un cavalcavia sulla provinciale 49 Molteno – Oggiono, all’altezza del km 41 della superstrada Milano – Lecco. Muore un uomo di 68 anni e si contano 4 feriti.
Poche ore prima era stata segnalata la presenza di calcinacci ai piedi del ponte.
Nella notte tra il 21 e il 22 ottobre 2013 crolla un ponte a Carasco, paese nell’en-troterra ligure, provocando la morte di due persone precipitate con l’auto nel torrente Sturia.
Ancora: il 15 dicembre 2004 cede un ponte sul torrente Vielia a Tramonti di Sopra, in provincia di Pordenone, durante il collaudo. Un autista rimane ferito in modo non grave.
Il 7 luglio 2014 quattro persone rimangono ferite nel crollo di un tratto del viadotto Lauricella lungo la stradale 626 tra Ravanusa e Licata, in provincia di Agrigento.
Il 18 novembre 2013, durante l’alluvione che si abbatte sulla Sardegna, cede un ponte sulla provinciale Oliena – Dorgali.
Muore un agente di polizia, tre suoi colleghi restano feriti.
La loro vettura stava scortando un’ambulanza.
Qui ci fermiamo: non perché manchino altri ponti crollati, ma per amor di patria.
La nuova sensibilità di cui dicevamo interessa tutti, anche quei Comuni che non sono mai stati colpiti da tragedie del genere.
Montichiari, ad esempio, che ha messo sotto i ferri, e/o sotto osservazione, alcuni ponti e cavalcavia che si trovano sul territorio di competenza: il ponte che, a Novagli, scavalca la Seriola, ad esempio, dove si è già al lavoro.
Altri due ponti sul Chiese (quello vicino al Centro Fiera e quello più a sud, vicino a Borgosotto) sono sotto osservazione.
Che dire, se non che l’amministrazione comunale fa bene ad intervenire in anticipo: meglio prevenire che contare morti e feriti.
MTM