La vicenda del presunto transito di armamenti all’aeroporto “Gabriele d’Annunzio” di Montichiari arriva in Parlamento. Sabato 29 giugno 2024 la situazione è stata denunciata dalle Donne in cammino per la Pace, il movimento di pacifiste bresciane che ha sfilato da piazza Treccani fino allo scalo monteclarense sottolineando la contrarietà silenziosa all’utilizzo dell’aeroporto di Montichiaricome carico e scarico di materiale bellico e portando in questo modo la sua protesta, e quella dei lavoratori che si sono associati alla stessa manifestazione, fino a Montecitorio ai Ministri della difesa, degli affari esteri, della cooperazione internazionale, delle infrastrutture e dei trasporti. Una doppia interrogazione parlamentare è stata infatti presentata nei giorni scorsi da Alleanza Verdi e Sinistra per approfondire la delicata questione che ha messo in allarme i lavoratori del d’Annunzio e residenti nelle zone limitrofe. «I lavoratori aeroportuali sono in stato di agitazione per protestare contro il transito di armi e armamenti di qualsiasi tipo attraverso l’aeroporto stesso – si legge nell’interrogazione – considerato che sussiste un rischio elevato per la sicurezza derivante dall’attività di movimentazione di merci pericolose (armi ed esplosivi), l’attività di carico e scarico di armi, razzi, missili ed esplosivi in dotazione ai militari» e si chiede «Se siano a conoscenza dei fatti descritti, se non ritengano di assoluta priorità, in ragione della grave situazione esistente in Ucraina e nella striscia di Gaza, di chiarire la posizione del Governo italiano in merito alle esportazioni di armamenti nonché spiegare la prosecuzione del commercio d’armi con Israele; se siano a conoscenza delle denunce e delle segnalazioni dei lavoratori aereoportuali riguardanti il transito di armi attraverso l’aeroporto di Montichiari e quali risposte siano state date a tali segnalazioni, nonché quali provvedimenti siano stati presi o siano in programma per impedire l’utilizzo di aeroporti civili per il transito di armi e materiali militari, al fine di evitare il coinvolgimento dei lavoratori civili in attività potenzialmente pericolose ed eticamente discutibili. Se non ritengano opportuno presentare alle Camere un nuovo rapporto sul rilascio delle autorizzazioni alle esportazioni di armi, per verificare quali altri Paesi siano stati eventualmente destinatari di armamenti, in contrasto con la legge italiana» e se «Intendano adoperarsi nelle opportune sedi internazionali, al fine di compiere e far compiere passi di distensione e di blocco dei bombardamenti». Nel frattempo i carichi bellici di quelli che vengono denominati “Aerei fantasma” pare continuino: l’ultima segnalazione da parte dell’unione Sindacale di Base di Brescia mercoledì 3 luglio.

Marzia Borzi