L’associazione indiana Shri Guru Ravidass Temple Brescia si è aggiudicata la seconda asta fallimentare relativa ad un capannone che si trova in via Terranova al civico 5 di Manerbio. Con un importo complessivo di 146 mila euro la comunità indiana ha prevalso sul rilancio fatto, in prima seduta, da parte di un gruppo imprenditoriale della cittadina della Bassa Bresciana. Durante la prima convocazione avvenuta il 28 marzo scorso, l’associazione si era aggiudicata l’immobile ad un prezzo di 96 mila euro, ma nei giorni successivi si era registrato un rilancio da parte di imprenditori manerbiesi. Nei giorni scorsi la comunità straniera ha ottenuto un secondo via libera anche se la procedura prevede ora la possibilità, da parte di persone o società, di effettuare un nuovo rilancio. Di fatto, salvo colpi di scena dell’ultim’ora, l’associazione indiana che ha sede a Calvisano e fa capo al presidente Amrik Lal, ha ottime chance per avere la proprietà dell’edificio. Se non ci saranno altri rilanci, dunque, la comunità indiana entrerà in pieno possesso del capannone, sede tempo fa di una vetreria e che confina con un con un’ex marmista e una ex falegnameria.
L’immobile di 360 metri quadri su una superficie di 1900 metri quadrati, si trova in una zona artigianale, costellata di piccole e medie imprese e a pochi metri di distanza da una delle pizzerie più affollate della zona. Secondo quanto riferito dall’associazione di Lal, il capannone potrebbe diventare la nuova sede dell’associazione, il luogo di ritrovo di questa comunità – che conta oltre un migliaio di persone – dove poter organizzare eventi e anche una festa che si svolge intorno al 30 marzo di ogni anno e che riunisce tutti i soci e simpatizzanti della provincia bresciana. La religione professata dai soci dell’associazione si chiama Ravidassia ed è stata fondata da un gruppo di Sikh dissidenti che ha come mission aiutare chi si trova ai margini della società. Ma di preghiera non si tratterà, precisa il presidente Lal che cerca di gettare acqua sul fuoco del malumore che già da tempo serpeggia nella zona.
Gli imprenditori e anche una parte dell’opposizione in consiglio comunale teme seri problemi di viabilità e di confusione causata dall’af-follamento di persone durante i momenti di ritrovo.
“La nostra associazione si riunisce la domenica quando le attività produttive sono ferme” precisa Lal che aggiunge “non c’è ancora nulla di certo sulla destinazione dell’immobile e chiaramente non si procederà senza l’autorizzazione del Co-mune”.
Ma le perplessità arrivano anche dal gruppo di opposizione di palazzo Luzzago che si potrebbero tradurre in una interrogazione da discutere durante il prossimo consiglio comunale.
Intanto il primo cittadino Samuele Alghisi tenta di rimettere ordine ad una situazione ancora in divenire e afferma che, se esiste una destinazione d’uso compatibile con riunioni riconducibili ad attività associativa, non ci sarà nulla da obiettare. Diversamente, precisa Alghisi “il Comune, che non è intervenuto in nessun passaggio decisionale rispetto a questo progetto, non rilascerà autorizzazioni o accetterà cambi di destinazione d’uso”.
Barbara Appiani