Riuscire a venire a capo del sistema dei collegi definito dal Rosatellum (il nome giornalistico della legge elettorale che ha disciplinato anche queste elezioni, oltre quelle del 2018, ndr.) è tutto fuorché semplice: in estrema sintesi, potremmo dire che i cittadini di Manerbio, inserendo nell’urna le proprie schede elettorali, hanno votato per eleggere sia i due candidati ai collegi uninominali, un deputato e un senatore, sia i rappresentanti eletti nelle liste proporzionali, tanto a Montecitorio quanto a Palazzo Madama.

Arrivando, nello specifico, al caso manerbiese, i dati parlano chiaro: il 55,62% degli elettori, per quanto concerne la Camera dei Deputati, ha votato per la coalizione di centro-destra, garantendo l’elezione del candidato uninominale Giangiacomo Calovini, in quota Fratelli d’Italia. A fare da traino della coalizione ha pensato il partito di Giorgia Meloni, capitalizzando il 32,61% dei consensi, quasi un manerbiese su tre, con la Lega che si attesa a pochi passi dal 15% (14,90% per l’esattezza), Forza Italia al 7,52% e Noi Moderati all’1,06%.

Principale oppositore all’affermazione della coalizione di centro-destra è stata quella di centro-sinistra, dove, a fonte di un 24,41% dei voti totalizzati, il 18,16% va al Partito Democratico, il 3,15% al sodalizio tra Verdi e Sinistra Italiana, il 2,86% al partito di Emma Bonino e lo 0,21% ad Impegno Civico di Luigi di Maio.

In linea con il risultato nazionale il “terzo polo” di Calenda e Renzi, all’8,84%, mentre ben al di sotto del dato complessivo totalizzato a livello italiano il Movimento5Stelle, fermo al 5,79%.

La situazione si presenta, tutto sommato, abbastanza simile anche per quanto concerne i risultati ottenuti dalle “schede gialle”, quelle utilizzate per l’elezione dei membri del Senato della Repubblica. L’alleanza di Salvini, Meloni e Berlusconi si attesta al 54,86% dei consensi, con i rispettivi partiti al 15%, 31,95% e 7,27%, decretando, anche per quanto concerne l’elezione a Palazzo Madama e calcolando i risultati dell’intero collegio, l’elezione, in quota Fratelli d’Italia, del diplomatico Giuliomaria Terzi di Sant’Agata, candidato bergamasco ma, per una questione di definizione dei suddetti collegi, votato anche dagli elettori della Bassa Bresciana. L’1,36% va a Noi Moderati, anch’essi parte della coalizione di centro-destra. Simile situazione anche per il campo progressista, che guadagna per il Senato il 24,68% dei voti: in testa resta il Partito Democratico al 18,27%, seguito dal 3,10% di +Europa, dal 3,08% dell’alleanza tra Verdi e Sinistra Italiana e lo 0,23% di Impegno Civico. Sostanzialmente identici anche i risultati di “terzo polo”, all’8,83%, e del Movimento5Stelle, al 5,73%.

Circa un 5% dell’elettorato manerbiese, senza grandi differenze tra i due rami del Parlamento, ha invece scelto formazioni alternative alle forze date per favorite nei sondaggi: Italexit guadagna l’1,83% (1,82% al Senato), Italia Sovrana e Popolare l’1,22% (1,27% al Senato), Unione Popolare l’1,12% (1,35% al Senato), Vita l’1,06% (1,12% al Senato) e Noi di Centro lo 0,13% (con un raddoppio, che porta, per Palazzo Madama, allo 0,34% dei voti). Ai risultati vanno sommate anche le schede nulle, rispettivamente 212 e 117 alla Camera mentre 216 e 120 al Senato.

L’affluenza, ben al di sopra della media nazionale, si attesta intorno al 73%: sui 9630 elettori, poco più di 7000 manerbiesi hanno deciso di esercitare il proprio diritto e dovere di partecipazione al voto.

LL