Come era logico aspettarsi, la notizia che, «provenienti» da Manerbio, all’Ospedale di Leno potrebbero arrivare alcun servizi (il servizio di Protesica e lo sportello di scelta e revoca del medico di base) ha innescato malumori, dubbi e pure qualche polemica.
Proviamo a ragionarci su, senza entrare nello specifico, ma così, in generale, a buon senso.
Cominciamo allora col dire che, quando una comunità perde determinati servizi, non è mai cosa buona.
Ad esempio quando si chiude una scuola o si azzoppa un ospedale non c’è mai da gioire.
Se questo è vero, è anche vero che poi bisogna fare i conti con la realtà. Chiudere una scuola non è il massimo, ma se questa scuola non ha iscritti, mica la puoi tenere aperta senza o con pochi bambini…
Dispiace, certo, ma a volte la scelta è obbligata, necessaria. Si veda, ad esempio, e gli abitanti di Manerbio lo sanno bene, la chiusura della scuola parrocchiale (la Secondaria di Primo grado) di questo grande Comune, resasi necessaria per questioni di bilancio. E’ dispiaciuto a tutti, ovvio, ma se non ci sono soldi a sufficienza per mandarla avanti…
Discorso analogo per gli ospedali. C’è stato un periodo, diciamo negli Anni Settanta o giù di lì, che gli ospedali non solo nascevano come funghi, ma erano «tutti uguali».
Solo per rimanere sulla Lenese e dintorni: Castiglione, Montichiari, Leno, Manerbio, Orzinuovi, Chiari…
Erano gli anni dove si pensava che gli ospedali piccoli fossero il top. Forse era vero, ma s’è capito che costavano un occhio della testa. Poi sono arrivati gli anni degli «accorpamenti». Ma poi anche qui ci si è resi conto che, specularmente a quanto accadeva con gli ospedali troppo piccoli, anche quelli troppo grandi forse non erano il massimo.
Da alcuni anni a questa parte si sta lavorando alla ricerca di un equilibrio, che non è facile da trovare, ma che forse è l’unico in grado di garantire buone prestazioni a costo non impossibili. Ecco, senza entrare nel merito (non siamo tecnici, quindi rimaniamo un passo indietro), crediamo che le proposte dell’Azienda sanitaria vadano in questa direzione, alla ricerca di un equilibrio che farebbe bene a tutti, dal-l’azienda ai pazienti. Spostare alcuni servizi può creare malumori, ma vediamo se funziona…
Ovviamente gli amministratori locali fanno bene a cercare di difendere il «loro» ospedale: un po’ di sano campanilismo è cosa buona e giusta. Guai se non fosse così. Però sempre e comunque nell’ottica della ricerca di quell’equilibrio di cui dicevamo.
Siamo conviti che se tutti ci metteranno un po’ di buona volontà e comprensione, la soluzione che verrà fuori potrà anche essere buona.
Non rimane che aspettare e vedere come andrà a finire.
MTM