Gentile Direttore,
dopo qualche anno di silenzio su un precedente nostro invito a revocare la cittadinanza onoraria conferita a Benito Mussolini, non essendo stata accolta dal precedente sindaco la pressante richiesta, poiché abbiamo la testa dura, facciamo ora un nuovo appello all’attuale sindaco di Manerbio, Paolo Vittorielli, per cancellare definitivamente questa vergogna che ci portiamo dietro da più di cento anni. Era il 18 maggio del 1924 quando anche a Manerbio, durante una manifestazione di massa, il segretario del Fascio locale Carlo Migliorati conferì la cittadinanza onoraria a Mussolini, leggendo il telegramma del commissario prefettizio Stagnani, che dedicava la cittadinanza al “Duce magnifico, giovinezza italica, restauratore forte valori stirpe nostra, perfetta incarnazione romane virtù.” Tutto di uno stomachevole e servile incensamento. Non si dica, però, come è accaduto altrove, che “la revoca non s’ha da fare perché quella onorificenza è un atto storico, che non può essere giudicato con i parametri del presente, e che non si può cancellare tutto quello che è stato realizzato nel periodo fascista”. Parole vuote, perché possono risultare valide per un palazzo edificato durante il ventennio o per un monumento ai caduti, che non possono essere paragonati ad un atto dal grande valore simbolico che avrebbe voluto dimostrare il pieno merito di chi riceveva l’onorificenza. È noto anche che qualsiasi onorificenza può essere revocata quando quella persona ne diventi indegna, e tra l’altro quell’indecoroso inserimento del cittadino Mussolini non avvenne con un atto espresso dalla comunità manerbiese, ma attribuito su consiglio obbligato del commissario prefettizio, seguendo una farsa della propaganda fascista nel culto della personalità. Il Consiglio Comunale in carica si dimostri dunque antifascista fino in fondo, come la nostra Costituzione, e revochi finalmente la cittadinanza a Mussolini. Vorremmo qui suggerire, in cambio, di far diventare cittadino onorario di Manerbio il grande Giacomo Matteotti, a cui abbiamo già dedicato una via, e del cui assassinio lo stesso Mussolini si attribuì la piena responsabilità morale e storica. Nessuno vuol cancellare la storia ma solo annullare un’onorificenza per evitare che il Comune di Manerbio continui ad avere nell’albo dei suoi cittadini onorari un bieco tiranno che fece della violenza, del razzismo e della guerra le basi del suo regime, eliminando quella parvenza di democrazia che esisteva, alleandosi con il criminale regime nazista in una disastrosa guerra e plasmando poi la Repubblica Sociale Italiana, che si macchiò di orrendi crimini contro i partigiani e la popolazione civile. Questa revoca diventa perciò doverosa anche in memoria dei partigiani morti per la libertà, e qui ci aspettiamo una grande partecipazione dell’ANPI, coinvolta direttamente nella memoria e nel ricordo di quanti combatterono e si immolarono eroicamente contro il fascismo per renderci liberi.
Luigi Andoni e altri anziani antifascisti di Manerbio