Lui lo sa quanto un “Sì” nel momento giusto possa cambiare completamente il destino. Ermanno Manenti (nella foto a destra) ne è testimone dal 4 gennaio 2007 quando a Pisa una famiglia acconsentì al prelievo del fegato del proprio caro e lo donò ad uno sconosciuto. Un gesto di grande nobiltà d’animo, di grande sensibilità, di grande amore che Ermanno ricorda ogni giorno, quando si sveglia, e che ha impresso nella mente ogni sera, quando va a dormire. 

Un “sì” che non nasconde anzi un “sì” a cui rende grazie ogni volta che può essere testimone di cosa vuol dire tornare a vivere. 

Lo ha fatto anche a Milano qualche settimana fa in occasione della giornata nazionale  del “sì alla donazione degli organi”. 

Non solo come presidente del Gruppo Aido Manerbio, Ermanno era presente come uomo, come marito, come padre, come nonno, come amico, come pluricampione del mondo di ciclismo per trapiantati, come trapiantato. Al suo fianco lei la leonessa silenziosa Antonella, il grande amore di Ermanno, la moglie, la compagna di vita, la presenza costante che con la sensibilità si prende cura del suo campione e lo sostiene nelle eroiche imprese. Hanno preso parte alla messa in Duomo e in seguito alla conferenza sul tema della donazione di organi, tessuti e cellule, con la presidente nazionale Aido Flavia Petrin, con  il responsabile del servizio pastorale della salute della Arcidiocesi ambrosiana Paolo Fontana e con il presidente Aido della regione Lombardia Giovanni Ravasi.

Il dibattito ha spaziato dalla tematica della donazione e dei trapianti al come è vissuto l’argomento nei diversi credo religiosi con interventi e testimonianze di diversi rappresentanti come  Yahya Pallavicini presidente della comunità religiosa islamica italiana, Giorgio Mortara  vicepresidente della unione delle comunità ebraiche italiane, Cesare Milani monaco del buddhismo tibetano, e Daniela Di Carlo  pastora della Chiesa Evangelica Valdese.

Ancora una volta Ermanno ha esternato il suo entusiasmo e la sua umiltà. La sua semplicità nell’incuriosirsi e nell’interessarsi a punti di vista sempre diversi. 

“Credo non si finisca mai di imparare, alcune testimonianze sono state molto emozionanti, gli interventi dei nostri presidenti toccanti e incisivi che fanno capire e sanno spronare le persone a capire l’importanza del “sì” alla donazione degli organi. C’è ancora molto da fare e per la caparbietà che da quasi cinquant’anni è messa in campo dalle nostre associazioni per la vita voglio urlare un forte grazie. 

Anche grazie al loro lavoro di promozione che io e molti altri possiamo continuare a vivere”.

M.R.Don