I «distinguo» tra Comuni vicini corrono su molte strade. 

C’è il quello guidato dal centrodestra e quello guidato dal centrosinistra; c’è il Comune che vuole un determinato insediamento e quello che non vuol neanche sentirne parlare. 

C’è chi dà spazio ai grandi centri commerciali e chi li osteggia, preferendo puntare sui piccoli negozi di paese… 

Di tutto e ancora di più, insomma.

Tra Manerbio e Leno, due Comuni confinanti, che si trovano spesso in accordo su altre questioni, la «distonia» è su un argomento particolare, diciamo contabile, che però, diventando politico (quando si fanno delle scelte anche i freddi numeri assumono i contorni della politica), riguarda tutti i cittadini, dell’uno e dell’altro paese.

Il sasso nello stagno è stato lanciato da Barbara Bonetti (nella foto) assessore al Bilancio del Comune di Leno, che ha difeso a spada tratta la scelta di aver consumato (tranne pochi spiccioli) tutti i soldi che aveva a disposizione nel Bilancio 2020.  

Nel fare queste considerazioni, Barbara Bonetti si è pure tolta un mezzo sassolino dalle scarpe, dicendo di non capire quei Comuni che, al contrario di quanto ha fatto Leno, chiudono il bilancio con un corposo avanzo.

L’assessore non ha fatto nomi e cognomi, ma non c’è dubbio che la frecciatina era rivolta anche al vicino Manerbio, «che come altri Comuni ha avanzato un bel po’ di soldi di quelli che aveva a disposizione, dicendosi orgogliosi di questa situazione».

Secondo l’assessore di Leno, il Comune non è un’azienda privata, tant’è vero che, nel Bilancio, non si parla di «utili», ma, per l’appunto, di «avanzo». 

Dal momento che i Comuni non devono fare utili ma erogare servizi, sostiene Barbara Bonetti, se un Comune non riesce a spendere tutti i soldi che ha a disposizione vuol dire che non ha saputo spenderli bene, o che quantomeno è in ritardo.

Ovviamente i Comuni più frugali (quelli che a consuntivo contano un bel po’ di soldi avanzati) la pensano in maniera diametralmente opposta, dicendosi orgogliosi, là dove non c’erano le condizioni ottimali per procedere, di non aver speso/sprecato tutti i soldi che avevano a bilancio.

Chi ha ragione?

Tutti e due crediamo. Sono due modi diversi, entrambi legittimi, di accostarsi al bilancio di un Comune. Saranno poi i cittadini, a fine mandato, quando si riapriranno le urne, a scegliere anche in base a questo parametro. E si sa, i cittadini hanno sempre ragione, Almeno nelle urne.

MTM