Sono 37 gli alberi che, in diverse aree pubbliche del Comune di Manerbio, relazione degli agronomi alla mano, che prima di emettere il verdetto hanno verificato e studiato per bene la situazione, sono considerati ad «elevata o estrema propensione al cedimento».

Trentasette piante che, per motivi vari (non dobbiamo dimenticare che, seppur a volte sembrino robusti e indistruttibili, anche gli alberi sono organismi viventi, quindi nascono, vivono e muoino); trentasette piante, dicevamo, che, per motivi vari, rischiano di rovinare al suolo. Peraltro, con i cambiamenti climatici che tutti oramai conosciamo, dove spesso e volentieri in estate si alzano «straventi» con raffiche che superano il 100 chilometri all’ora, il rischio è ancora più elevato. E con esso il pericolo per i cittadini. Quante volte, negli ultimi anni, in televisione abbiamo visto scene drammatiche, dove grossi alberi, storpiati e/o sradicati dalla furia del vento, finiscono per cadere sulle auto parcheggiate, se non in testa a dei poveri malcapitati.

Siccome nessuno vuole che cose del genere accadano anche a Manerbio, in ossequi allo studio degli agronomi, i quali hanno accertato lo stato di mala salute di numerosi alberi, il sindaco Samuele Alghisi, «al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana», ha firmato un’ordinanza che, per i succitati 37 anni, è un verdetto di morte. Insomma: gli alberi devono essere abbattuti.

Quello di Alghisi non è un atto di imperio, ma un’applicazione delle facoltà che la legge gli consente. La legge, infatti, stabilisce che il primo cittadino, «in qualità di ufficiale di Governo, ha la facoltà di adottare con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana». Via all’abbattimento dei 37 alberi, dunque, 9 dei quali si trovano nel parco comunale denominato Le Ville; poi ci sono 2 piante di tiglio in viale Stazione e 26 piante del Centro Tennis comunale di Piazza Aldo Moro.

Va da sé che, contro l’ordinanza del sindaco, entro 60 giorni è ammesso ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale di Brescia; entro 120 giorni, invece, è ammesso il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. MTM