Mauro Zilioli tornerà a presentare un altro suo quadro a Roma.
Dopo il successo del concorso di arte contemporanea, indetto da Dantebus Edizioni, al quale ha partecipato arrivando nei primi quindici migliori pittori su 13 mila concorrenti, il 48enne manerbiese esporrà la sua opera ad una nuova mostra, in programma il prossimo agosto, sempre alla galleria Margutta. Il quadro dal titolo “I due mondi”, già in esposizione nelle precedenti settimane alla galleria che si trova a pochi passi da piazza di Spagna, ha conferito a Zilioli importanti giudizi da parte della critica e un contratto che lo impegna alla realizzazione di altre opere e alla creazione di un sito personale – corredato di autobiografia – per la loro pubblicazione.
E se “I due mondi”, realizzato con la tecnica a spatola, nasce da un impeto interiore capace di gettare un ponte di unione tra i dualismi essenziali che caratterizzano l’esistenza umana, la nuova opera, che sarà mostrata la prossima estate, tocca tematiche differenti.
“Il cattivo Euritione”, quadro che sarà presentato tra pochi mesi, è realizzato con la tecnica a spatola – pittura acrilica.
Qui l’artista ritrae Euritione, re dei centauri, che viene cacciato dai Lapiti il cui re è proprio il fratellastro. Euritione non ha volto poiché, sbronzo al matrimonio del fratello, ha cercato di abusare della futura moglie Ippodamia.
Per punizione lo sposo stermina tutti i centauri tra cui il fratellastro Euritione, ultimo dei centauri.
Nell’opera il volto di Euritione risiede nella sua pancia ed è l’emblema della sua coscienza.
Accanto a quest’opera l’artista manerbiese, sta lavorando ad un altro progetto che tocca invece tematiche sociali e irrompe prepotentemente nel mondo del-l’omofobia.
Si tratta di un’opera in cui Zilioli scardina i capisaldi di quella avversione nei confronti del “diverso” ancora troppo diffusa – soprattutto nelle piccole realtà di provincia – e consegna allo spettatore una chiave di lettura per un mondo libero.
“La maggior parte delle persone che dipinge cerca il soggetto migliore che può colpire, segue il mercato senza approfondire il messaggio che trasmette un’opera” spiega Zilioli “la parte emotiva spaventa e siamo abituati ad avere paura del giudizio. Ecco io vado esattamente nella direzione opposta”.
Dipendente di un’azienda manerbiese, Zilioli ha ereditato la passione per la pittura da suo padre che, già a pochi anni, gli dava in mano un carboncino in sostituzione delle classiche automobiline giocattolo.
Ad oggi l’artista manerbiese ha realizzato una ventina di opere e la sua attività si è intensificata negli ultimi tempi a seguito di un evento doloroso.
La perdita della moglie e madre dei suoi due figli ha segnato profondamente la sua vena artistica, diventata, a pieno titolo, una forma di espressione irrinunciabile.
“L’anno scorso sono stato in Svizzera, al Kynstad Museum, un’esposizione con i più grandi pittori secolari” ricorda Zilioli “sono rimasto in piedi cinque ore ad osservare queste opere. Vedo ragazzi che hanno capacità notevoli ma non riescono ad esprimersi. La scuola è importante e fondamentale, ma non ti può insegnare ad avere emozione in qualcosa che non ti appartiene. Per questo, a volte, ciò che la vita ci riserva, può esserci di aiuto”.
Barbara Appiani