Il caso dell’inquinamento della Finchimica di Manerbio continua a rimanere sotto i riflettori. Mentre l’amministrazione comunale garantisce massima trasparenza e informazione alla cittadinanza circa il prosieguo della vicenda, l’azienda prende la parola per alcune precisazioni. “Come avevamo annunciato lo scorso marzo” dichiarano i vertici di Finchimica “confermiamo che l’articolato progetto di barriera idraulica, promosso dall’azienda su base del tutto volontaria e già depositato nei mesi scorsi presso gli Enti, è ora nelle prime fasi di quella che sarà la sua complessa costruzione.

Per quanto riguarda invece il procedimento amministrativo di bonifica, che, come è noto, scaturisce da ordinari controlli routinari eseguiti da parte degli enti competenti, anche in questo caso, è stata Finchimica – in modo proattivo e volontario – a proporre un piano di caratterizzazione alle istituzioni competenti. Il procedimento sta seguendo il suo normale iter, in ottemperanza alla normativa. Si tratta naturalmente di procedimenti lunghi, che necessitano di tempi tecnici di analisi e di dialogo continuo con gli enti. Ci sta a cuore precisare che continueremo, come sempre, a fare tutto ciò che è nelle nostre competenze – e che la normativa ci consente di fare – per far sì che ogni passività ambientale, per quanto limitata e circoscritta alla sola faldina superficiale sospesa, sia gestita correttamente e in modo rigoroso, giungendo a poter disporre quanto prima di un quadro scientifico definitivo”. E dopo le dichiarazioni della finchimica, mentre la complessa macchina burocratica fa il suo corso, la situazione della contaminazione arriva in Parlamento attraverso un’interrogazione parlamentare a firma del deputato Devis Dori di Alleanza Verdi e Sinistra. Oltre alla questione della falda contaminata, il parlamentare chiede che sia vietata definitivamente la produzione del fungicida AM29. Nei mesi scorsi la Provincia, dopo averlo autorizzato, ha sospeso l’autorizzazione alla produzione dell’impianto di produzione della Spiroxamina.
L’ordine di sospensione è avvenuto a seguito dell’accertamento di inquinamento della falda da parte di due sostanze, in particolare della Spirochetal e di Benzotrifluoruri, la prima proveniente dall’impianto per il funghicida AM29, la seconda dal processo produttivo della stessa Finchimica.
La Provincia ha deciso di sospendere “le attività autorizzate del nuovo impianto di produzione AM29 di Manerbio dal 29 marzo 2024, stabilendo che il gestore proceda, qualora non vi abbia già provveduto, alla messa in sicurezza dell’impianto entro i tempi tecnici strettamente necessari, dando dimostrazione (attraverso adeguata documentazione, anche fotografica) dell’assenza di sorgenti attive, al fine di interrompere la diffusione delle nuove sostanze dell’impianto AM29, e all’individuazione delle cause all’origine di quanto accertato”. Ora Dori chiede il blocco definitivo di questo impianto ma, come precisa “purtroppo dal Governo tutto tace, non è arrivata alcuna risposta alle interrogazioni”. Intanto anche sul fronte delle indagini avviate dalla Procura e in merito all’esposto presentato da Legambiente, non ci sono novità. Secondo il circolo di Legambiente Valle dell’Oglio la sospensione è insufficiente rispetto a quanto emerso dai rilevanti di Arpa e descritti nella sospensiva, per questo motivo il circolo ribadisce la richiesta di revoca definitiva dell’autorizzazione della concessione stessa rilasciata in passato. Il presidente Franco Ferrandi considera un segnale negativo il silenzio della Procura che ancora non ha dato risposta all’esposto. Intanto il gruppo di cittadini attivi “Conoscere e partecipare” di Manerbio – che nell’intera vicenda ha avuto e continua ad avere un ruolo fondamentale, sopratutto nell’acquisizione di dati e nel promuovere azioni di informazione alla cittadinanza da parte degli organi competenti – continua a monitorare gli sviluppi del caso.  

Barbara Appiani