Il Fiume Mella fin dai tempi antichi è testimone della vita e della storia dei manerbiesi. Di questa storia è importante far memoria, attingendo dalle molteplici pubblicazioni su Manerbio, sul Mella e i ponti che collegavano le due rive sulla strada Praetoria Cremona –Brescia.  

Il fiume Mella nasce dal Dosso Alto in Val Trompia e, anticamente, dopo il colle di Capriano si espandeva in un letto senza argini lasciando nelle terre circostanti acquitrini e stagni e dando origine, con le sue piene, ad alte terrazze di materiale ghiaioso. Nell’attuale bassa bresciana il fiume si imbatteva, deviando a sud-est, in una terrazza in località “Roncagnà” proseguendo fino a confluire nell’Oglio. Gli uomini primitivi cercavano sempre di insediarsi presso i corsi d’acqua, ma su luoghi alti e non paludosi; un luogo ideale era Il pianoro dei  Roncagnani (Roncagnà) posto su una altura alluvionale sopra l’ansa del Mella, che andava dall’attuale cascina Mercandone, alla Casella sul confine con Cigole e Milzanello. 

Ai Roncagnani pare si siano insediate genti preistoriche, poi sopraggiungono i i Liguri, che iniziano l’opera di arginamento del Mella e del Molone e forse gli Etruschi, ma certamente i Celti o Galli Cenomani, i quali si sposteranno più a ovest creando un nuovo villaggio, il “Vicus Novus” definito l’Nò;  poco distante verrà costruito, pare tra il III e I sec. a.C, un ponte in legno sul Mella, nei pressi di un guado, sull’antica strada romana (strada Pretoria o via Regia) Cremona – Brescia.  La campagna a sud de l’Nò dove oggi sorge l’Oratorio e dove si era insediato il Lanificio Marzotto, era un grande acquitrino, una zona insalubre che successivamente verrà bonificata dai monaci e dalle monache di Santa Giulia.  Dunque fu necessario trovare altro luogo più salubre, lontano dal fiume, dove far sorgere il nuovo Pagus amministrativo o Castello che i romani identificheranno nell’anello Scià –olt e Scià- bass sulla Via Praetoria. Il Castello, attuale centro storico del paese, si doterà, nel tempo, di mura, terragli e fosse, di due porte con ponti levatoi e torri di vedetta e di difesa. La porta principale si apriva di fronte alla strada della Breda (Via Roma).la porta occidentale si apriva a metà via XX settembre (incrocio con Via Volta). Nel Castello  viene edificata la Pieve (risalente all’XI secolo) che verrà demolita nel 1715; sulla stessa area verrà costruita l’attuale parrocchiale, (consacrata  nel 1780).  Prima del 1041 la Pieve, una delle 22 esistenti in diocesi, sorgeva al di là del ponte, sulla Via Pretoria Brescia-Cremona nei pressi dell’Arciprebenda “Finil de l’Arciprét”. “Mons. Paolo Guerrini identifica la prima diaconia e la Pieve Cristiana all’estremità occidentale di Scià Bass dove sorge dopo il guado e il ponte, il Fienile dell’Arciprete, citando il catasto del 1609 di Giovanni da Lezze”.(Manerbio – La Pieve e il Comune)

Sulla sponda destra del fiume a difesa dell’antico ponte e del Vicus Novus  stava il Castelletto (sec X), un corpo di guardia, distrutto alla fine del XV secolo, quando passò in proprietà della famiglia Cocciano Di Rosa imparentatasi con i Luzzago.  Più a sud, sulla strada per Cigole  esisteva un piccolo castello “Castellar”, sito nel luogo oggi chiamato Castelle, adibito a rifugio e a caserma nei tempi di pace. 

Nella campagna circostante il fiume Mella le nuove colture richiedevano abbondanza d’acqua per irrigare; si costruiscono le primitive rogge ricavate dal Mella e dal Molone. Dal Mella, le rogge Calcagna, Bassana, Luzzaga,  Martina e la Ròsa (Ruzza Botta) che risale al XII secolo mentre l’opera idraulica del canalotto (canalot) risale al XIII secolo. Dal Molone, le seriole Gazadega,  Campostrina,  Zumella.  Canali e rogge oltre a provvedere ad una razionale irrigazione portano al sorgere di mulini, del torchio, della segheria e del maglio. 

Grazie ai vasi d’acqua e ai canali la campagna produce cereali, foraggio e,  a partire dal 1500 e fino agli inizi del 1900, si coltiva il lino, mentre la coltivazione del gelso porta all’allevamento del baco da seta. La località Selva è luogo di caccia mentre la Gazzadega, a nord- est del Mella, (Gagium comunale) è la  località da cui gli abitanti del Comune potevano gratuitamente rifornirsi di legname; queste due ultime località nel XV-XVI vengono ridotte a coltura. Nel corso degli anni periodicamente si terranno opere di arginatura e risanamento lungo il fiume Mella. 

Le vie che portavano all’antico ponte di legno e al nuovo e attuale ponte di ferro. 

L’antica Via Praetoria Cremona – Brescia, superato il Castello svoltava al Castelletto (Corpo di guardia del ponte) e nel vicolo del Nò; da Via strada Vecchia costeggiava il fiume Mella fino al guado e al ponte di legno, superato il quale, la strada risaliva a nord verso la cascina Arciprebenda “Finil de l’arcipret”  

Dall’antica Via Praetoria, provenendo da Bassano, all’incrocio del  Portone “Purtù”, un’altra strada girava a destra (l’attuale Via Magenta) e per la via del vescovato (vescovadelli) raggiungeva il Piazzolo e da lì il ponte di legno ricollegandosi alla strada principale, per risalire verso la cascina Arciprebenda.  

Una terza Via si dipartiva dal ponte e dal Vicus Novus (contrada del Nò) in direzione Castello fra Insiano alto e Insiano Basso dove si estendeva una zona paludosa poi bonificata dai monaci ,che possedevano i fondi circostanti alla antichissima chiesa di San Martino (area dell’attuale Oratorio). La chiesa e gli annessi fabbricati e il cortivo, collocati fra l’attuale Vicolo Venezia e Via San Martino, dal XV fino al XVIII secolo diventeranno la sede della omonima Cappellania giuspatronato della Famiglia De Nigris (originaria di Gandino).

Altro ponte sul Mella era quello dei Cappuccini, il cui convento nel 1572 era collocato sul Dosso delle Saide, sulla via di Offlaga, poco distante dal fiume e dalla  boschetta dei morti (luogo di sepoltura degli appestati). Il luogo era insalubre e tra il 1599-1602  i religiosi costruirono il nuovo convento in contrada Belvedere (già via dei Cappuccini e attualmente Via San Martino del Carso). Il convento per decreto del Governo Veneto viene soppresso il 9 settembre 1768. Il convento era collegato al paese tramite un ponte sul Mella denominato “Ponte dei Cappuccini” che verrà sostituito nel 1895 da quello attuale in ferro. 

Chi proveniva da Cremona, a Manerbio, transitava per la contrada Bellapiana (oggi Via Dante) e deviava per l’attuale Via Strada Vecchia, a sud de L’Nò, per attraversare il ponte in legno e poter proseguire verso Brescia. Chi deviava verso Leno transitava sul ponte dei cappuccini che era posizionato più a est dell’attuale ponte. 

il 5 novembre 1839, crolla il ponte di legno sulla strada Regia Cremona Brescia e per oltrepassare il fiume rimane il solo ponte dei cappuccini funzionale alla strada per Leno. Fu indispensabile costruire una nuova strada per collegare la strada per Leno con la Via Praetoria (strada Regia). La nuova strada (stradone morto – oggi Via Carlo Zima) costeggiava  la riva sinistra del fiume fino a raggiungere più a nord la Strada Regia per Brescia. Nel 1894 con la costruzione del nuovo ponte in ferro a tre campate, il tratto della vecchia Strada Regia che andava dal vecchio ponte di legno fino alla Cascina Arciprebenda perde di importanza. Dal nuovo ponte si diparte l’attuale Via Brescia. 

Il 15 dicembre 1866 viene inaugurata la stazione ferroviaria di Manerbio costruita sul fondo Magazzi, terreno della Cappellania di Santa Caterina; a questo periodo risale il ponte della ferrovia sulla linea Brescia Cremona, poco più a ovest del vecchio ponte in legno crollato nel 1839. Un pesante bombardamento colpisce il ponte della ferrovia il 18 maggio 1944, Il 7 febbraio e il 31 marzo 1945 causando complessivamente 10 vittime.

Alberto Agosti