Sulla vicenda dell’inquinamento della Finchimica di Manerbio, ancora nessuna risposta da parte del ministro dell’ambiente Pichetto Fratin. E’ quanto sottolinea Devis Dori, deputato di Europa Verde che, in una nota, annuncia di aver presentato la quinta interrogazione parlamentare sulla situazione dell’azienda. Dori attacca il Governo per non aver preso posizione e non aver dato risposte concrete ai cittadini.
“La situazione resta grave”, ha detto il parlamentare, riferendosi alla conferma da parte dell’Arpa che il sito continua a essere contaminato da sostanze pericolose. L’Arpa, infatti, nelle scorse settimane ha precisato la necessità dimantenere attiva la barriera idraulica, proseguire le ricerche per trovare le fonti di inquinamento e migliorare le strutture di sicurezza.
Finchimica, dal canto suo, ha ribadito la volontà diproseguire con l’analisi mensile e conseguente elaborazione dei dati relativi ai risultati analitici di tutti i piezometri. Sulla base di tale monitoraggio è possibile avere dati più ravvicinati, necessari per valutare l’andamento complessivo di un procedimento di bonifica che per sua natura ha evoluzioni continue». Dori chiede al Governo “di attivarsi a livello normativo per definire i limiti degli inquinanti cancerogeni e potenzialmente genotossici non normati e chiede nuovamente che il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri possa effettuare una verifica in loco. “In ogni caso” dichiara il deputato “non si riesce tuttora a comprendere come, la Provincia di Brescia abbia potuto decretare la compatibilità ambientale del progetto di un nuovo impianto sperimentale (AM29), insistente nell’area contaminata ed interessata da perdite ed infiltrazioni in falda, essendo Finchimica azienda Rir Rischio Incidente Rilevante, salvo poi annullare in seguito l’autorizzazione“.
Dori ha poi garantito di continuare a monitorare la situazione e di denunciare i rischi per l’ambiente e la salute. Sulla vicenda Finchimica prosegue anche l’impegno alla chiarezza richiesto dal gruppo di cittadini attivi “Conoscere e partecipare”. “La barriera idraulica è la terapia del dolore non la cura” ribadisce Dario Selleri di Conoscere e Partecipare “questa non risolve il problema dell’inquinamento ma lo confina. Sarebbe invece utile diffondere i dati analitici in uscita al depuratore. Inoltre, non sono mai state approfondite le caratteristiche del sistema di depurazione delle acque. Le sostanze potenzialmente cancerogene permangono nel sottosuolo. Il problema esiste e non viene sopravalutato e i cittadini attendono che gli enti preposti si attivino per porvi rimedio e per garantire una comunicazione trasparente”.

Barbara Appiani